Alle spalle di Chanoux. Separatisti e autonomisti nella Resistenza valdostana
Alle spalle di Chanoux. Separatisti e autonomisti nella Resistenza valdostana
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EDITORE: Storia Ribelle - Biella
- AUTORE: Roberto Gremmo
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2010
1^ edizione.
Pagine 160 - copertina flessibile con risvolti.
Libro NUOVO.
Il mattino del 19 maggio 1944 nella prigione fascista di Aosta venne rinvenuto il corpo senza vita del notaio Emile Chanoux, impiccato all’inferriata di una finestra.
Le autorità ’repubblichine’ parlarono subito di suicidio ma l’antifascista Bassanesi che viveva liberamente in città chiese ed ottenne un’inchiesta approfondita. conclusasi quando un noto luminare della medicina stabilì che il prigioniero s’era tolto volontariamente la vita.
Dopo la Liberazione, l’intera val d’Aosta antifascista accusò invece i poliziotti ’repubblichini’ d’aver selvaggiamente picchiato Chanoux nel corso degli interrogatori provocandogli gravissime ferite, facendolo morire e poi inscenando la farsa dell’impiccagione per nascondere il loro crimine.
Si aprirono anche diversi procedimenti penali contro i fascisti ma nel corso d’un processo svoltosi a Vercelli un testimone dichiarò a sorpresa che il notaio si sarebbe ammazzato da solo e sarebbe stato un separatista.
Queste sconcertanti dichiarazioni provocarono una durissima polemica giornalistica che dopo una lunga contesa giudiziaria si concluse nel 1947 quando i giudici del Tribunale di Torino stabilirono che Chanoux era stato un patriota leale all’Italia e s’era ucciso per non fare i nomi dei suoi compagni.
Semmai, qualcuno aveva tradito proprio un personaggio scomodo come lui, finito nei guai soprattutto perché i fascisti gli avevano sequestrato dei messaggi radio lasciati incautamente in casa sua da un agente segreto inglese che i nazisti riuscirono in seguito a catturare a Milano mentre era assieme a Ferruccio Parri.
La tragedia di Chanoux continuò ad essere al centro di roventi polemiche fra separatisti e partigiani italiani perché entrambi rivendicavano l’eredità politica di quel martire che però nella Dichiarazione dei Popoli Alpini di Chivasso rivendicava ampie autonomie valdostane ma all’interno della gran patria comune, dell’Italia.
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