Bagneri l'impronta da ritrovare - Edizioni Lassù gli ultimi - Botalla Editore
Bagneri l'impronta da ritrovare - Edizioni Lassù gli ultimi - Botalla Editore
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Dettagli prodotto :
- ISBN: 9788897794943
- EDITORE: Edizioni Lassù gli ultimi - Botalla Editore
- AUTORE: AA.vv.
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2021
Nuova edizione ampliata in occasione dell’iniziativa “Sui passi de ‘L Piümin”.
Formato 24x22 cm, 260 pagine, 67 fotografie a colori, 5 disegni, una cartina.
Rilegato con copertina rigida a colori applicata, plastificata lucida.
Interviste: Mariella Debernardi; testi: Mariella Debernardi e Giuseppina Fiorina Simonetti.
Fotografie: Gianfranco Bini e Giuseppe Simonetti; disegni: Anna Boggio. Edizione in italiano.
...salivamo verso il Deir Caval nel vento che spettinava faggi e castagni. Il cugino portava un aquilone di tela blu - dono di un amico finlandese - che voleva liberare da un’altura.
La moglie, cittadina, arrancava in silenzio. Fermi sul pianoro, l’aquilone partì come un torello imbizzarrito al suo primo pascolo. Lei, il vestito leggero gonfio di vento, osservava le nubi affollare il cielo. All’improvviso disse: “Io abito una grande città, ma dev’essere splendido avere una valle, e viverci.”
...proprio nella valle dell’Elvo, in un angolo riposto della montagna, sorge Bagneri, frazione del piccolo Comune di Muzzano.
Le sue case e gli alpeggi che gli fanno da corona ospitarono, fino all’immediato dopoguerra, circa duecento abitanti, ma a poco a poco, con lo spopolamento delle montagne, anche Bagneri seguì la stessa sorte, fino a diventare quasi del tutto abbandonata.
Un gruppo di persone ne prese però a cuore la sorte, ristrutturandola e riconsegnandola a nuova vita.
Questo libro vuole dunque raccontare del borgo, dei suoi abitanti, di una scuola nella quale si avvicendarono generazioni di bambini figli della montagna, delle loro maestre inviate in questa terra “di frontiera”; la storia di un altro gruppo di amici, amanti della montagna, che vollero porre in questo luogo una statua, chiamata “Madonna de ‘L Piümin”, nome di un fiore di montagna.
Quasi un ex-voto per i tanti “scampati pericoli” della loro giovinezza, nelle tante giornate passate sulle montagne.
E ancora di uno scultore e pittore, Francesco Barbera, “Sandrùn”, geniale ed eccentrico, che creò il gesso dal quale venne ricavata, anni dopo, la statua che ora, dalla sua radura, guarda verso la pianura e il borgo di Bagneri: molte delle sue storie rivivono in queste pagine, per lo stupore di chi le vorrà leggere.
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