Beato Angelico. Catalogo completo - Octavo Franco Cantini Editore

Dettagli prodotto :

• ISBN: 8880300784
• EDITORE: Octavo Franco Cantini Editore
• AUTORE: Giorgio Bonsanti
• ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1998
• COLLANA: Biblioteca d’Arte

Pagine 173 - con 90 pagine di tavole a colori.
Copertina rigida.
Libro in buone condizioni con evidenti tracce di umidità nelle prime due e nelle ultime due pagine e qualche macchiolina al bordo superiore.

Nei dipinti del Beato Angelico, è una capacità di evidenza che s’impone. Nelle pale d’altare con la Madonna e i Santi, le figure in piedi si propongono nobili e austere, ma allo stesso tempo amichevoli, tanto che il fedele che osservi non viene intimidito. Lo si invita a considerare l’esempio proposto, perché ogni quadro è un esempio: così erano fatti i Santi della tradizione cattolica, questi i loro volti, umani nel vivere la vita degli uomini, compunti nell’elevarsi alla santità. Nei prototipi stabiliti dal pittore, destinati a divulgare per molti decenni e in ogni ambito culturale le iconografie della pala d’altare rinascimentale, i Santi si raggruppano ai lati del trono della Vergine, tre da un lato, tre dall’altro, e danno vita a colloqui di piana eloquenza: a volte le figure si guardano l’un l’altra, a volte stanno assorte in se stesse, altre volte ancora chiamano lo spettatore a partecipare, gli mostrano i testi scritti della tradizione, gli indicano col gesto della mano la scena principale. Nelle raffigurazioni più complesse (la Pala di San Marco, la Madonna delle Ombre dipinta sul muro di un corridoio del convento fiorentino) altri Santi si aggiungono in funzione di quinta ulteriore o di qualificazione degli spazi, a rimarcare il primo piano, che poi si apre verso la profondità.
I martiri mostrano le loro ferite e gli strumenti della loro passione in un clima di drammaticità dolente e controllata. L’Angelico sa come comunicare un clima psicologico, come trasmettere un’emozione: con misura, come di chi sia a conoscenza che a lungo termine la Chiesa vince, s’impone; che le sofferenze dei martiri stanno scritte in un libro che, a chi lo legge, dimostra una razionalità indiscussa, quella della Provvidenza. L’artista sa raccontare: lascia parlare quasi da sole, con il minimo di esternazione, le figure stanti, a grandi dimensioni, ma anche quelle più piccole, di pittura raffinatissima, che sono nei pilastri, nelle cuspidi. Nelle predelle, il racconto illustra invece scene ed avvenimenti, e la narrazione si distende, i fatti vengono spiegati con immagini in movimento, animato ma sempre composto. È all’opera, certamente, un grande narratore, che non si qualifica di un fulminante spirito di sintesi, come Masaccio, ma nemmeno di una dispersione meramente illustrativa. Sa, appunto, raccontare.
Il suo scopo è di inserire il nuovo modo di capire il mondo e l’uomo, nel solco di una tradizione figurativa elaborata a Firenze nel corso di un secolo, aggiornando e rendendo attuali i modi espressivi della pittura nata ad opera di Giotto, che aveva superato e reso obsoleta l’antichissima tradizione bizantina.