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Canzo, cinquant’anni di C.A.I. 1947 - 1997 - Oreste Forno - Speedgraf

Canzo, cinquant’anni di C.A.I. 1947 - 1997 - Oreste Forno - Speedgraf

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Dettagli prodotto :

  • EDITORE: Speedgraf - Olginate (lc)
  • AUTORE: Oreste Forno
  • ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1997

Pagine 112 - fotografie a colori ed alcune in bianco e nero.
Copertina rigida con sovraccoperta (un pochino usurata e con uno strappetto al piatto in basso a sinistra all’attaccatura con il dorso).
Libro in buone condizioni.

Il ricordo di un socio fondatore:
...«Non è vero che non ricordo più niente, i ricordi sono ancora là, nascosti nel grigio gomitolo del cervello, nell’umido letto di sabbia che si deposita nel fondo del torrente dei pensieri; se è vero che ogni grano di questa sabbia mentale conserva un momento della vita fissato in modo che non si possa più cancellare»... (Italo Calvino)
Infatti ora che, trascorsi cinquant’anni, mi invitano a tirare a riva la rete dei ricordi ed a guardare cosa c’è dentro, eccomi qui a darmi d’attorno nel grigio gomitolo come se non riuscissi a districarmi fra i tanti labili frammenti di memoria.
Farò del mio meglio per trarre dalla rete, anche a nome degli amici che erano con me e che ora non ci sono più, un’idea, un cenno, che sia oltremodo significativo.
Nel 1947 in Italia, al di là della libertà ritrovata, la vita non aveva molto da offrire. Ognuno di noi, oltre alla viva aspirazione d’essere partecipe alla ricostruzione, recava ancora dentro di sè i postumi della propria vicenda personale: storie di privazioni, di pericoli, odissee di prigionia, clandestinità avventurose, la guerra civile e le scelte drammatiche, giuste o sbagliate che fossero, che nella nostra immatura e coartata giovinezza eravamo stati costretti ad assumere.
Allora l’idea di andare in montagna, rimasta sopita dentro di noi per forza di cose, spuntò da sè come una primula a primavera; anelavamo ad innalzarci, a purificarci, a ricominciare a vivere in gioiosità andando verso la natura, a scoprire il mondo primordiale ed aspro delle Alpi. Conoscevamo l’alpinismo solo attraverso le imprese dei nostri miti, Comici, Cassin e tanti altri di cui erano piene le cronache giornalistiche di quegli anni lontani.
Si divenne neofiti e mentori convinti come eravamo che spettasse proprio a noi iniziare e, nello stesso tempo, essere d’esempio a coloro che certamente ci avrebbero seguito accumunati tutti dalla medesima e indescrivibile passione per la montagna.
Ecco: dal fondo del torrente dei pensieri ne è venuta a galla uno nitido e preciso. Uno dei motivi principali che ci indusse a fondare, or sono 50 anni, la Sezione di Canzo del Club Alpino Italiano.
Alessandro Toppi

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