Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco - a Cura di Cesare Micheletti
Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco - a Cura di Cesare Micheletti
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Dettagli prodotto :
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EDITORE: Fondazione Dolomiti Unesco - Tipografia Alcione
- AUTORE: Cesare Micheletti (a Cura Di)
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2011
Pagine 48 - fotografie a colori.
Copertina flessibile con risvolti.
Libro in ottime condizioni.
L e Dolomiti esistono da sempre. Tuttavia la loro storia - agli occhi del mondo - inizia con la loro scoperta, avvenuta verso la fine del XVIII secolo, un’epoca fondamentale per lo sviluppo della scienza e della cultura occidentale.
Due possono essere considerate le date fondamentali della loro scoperta scientifica.
La prima è il 1789, anno in cui Déodat de Dolomieu identificò le particolarità del minerale che compone queste montagne, chiamato pochi anni dopo in suo onore Dolomite da Nicolas de Saussure (figlio di Horace Benedict), che le analizzò in laboratorio. La seconda è il 1822, anno in cui Leopold von Buch soggiornò a lungo in queste montagne per studiarne la strana stratigrafia, richiamando a sé anche l’amico Alexander von Humboldt, considerato il massimo studioso di quel tempo.
I loro rapporti e resoconti non furono importanti solo dal punto di vista scientifico. Questi uomini, oltre ad essere scienziati eminenti, rappresentavano le figure culturali di maggior spicco dell’Europa del XIX secolo. Proprio grazie allo spirito universale della loro cultura, essi furono i primi a cogliere nelle particolarità geologiche e geomorfologiche di queste montagne la loro intrinseca bellezza, come testimoniano i loro scritti. Prima dell’affermarsi dell’estetica romantica, così importante per la definizione del concetto di bellezza naturale nella cultura occidentale, le cime dolomitiche - frequentate da sempre da pittori e personaggi di cultura - non erano state minimamente considerate.
L’importanza estetica delle Dolomiti inizia quindi con la divulgazione della scoperta scientifica, ma si diffonde pochi anni dopo con la prima letteratura di viaggio.
Questo passaggio è segnato da due tappe importanti.
La prima è il 1837, data in cui vennero pubblicate le prime guide espressamente rivolte a viaggiatori ed esploratori: il Murray’s handbook, edito a Londra da John Murray ed il Reisehandbuch durch Tirol di Beda Weber. In questi manuali di viaggio, le Dolomite mountains vengono descritte come montagne senza eguali, attirando l’attenzione dei primi viaggiatori inglesi e tedeschi.
La seconda è il 1864, anno di edizione del libro di viaggio degli inglesi J. Gilbert e G. C. Churchill, intitolato The Dolomite Mountains. La fortuna di questo libro divulgativo fece conoscere queste montagne al grande pubblico come le Dolomiti, estendendo il nome dal minerale all’intera regione. La letteratura alpinistica, con la guida The Eastern Alps di J. Ball del 1868, contribuì infine a diffondere e rendere universale la denominazione Dolomiti, non solo nella accezione comune ma anche nella cartografia ufficiale.
Le Dolomiti possono essere quindi interpretate al meglio secondo due chiavi di lettura: quella scientifica e quella estetica. E’ significativo - e non casuale quindi - che l’iscrizione delle Dolomiti alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO sia stata proposta contemporaneamente per i valori geologico-geomorfologici ed estetico-paesaggistici.
Come insegna la storia della loro scoperta, questi due percorsi di descrizione sono indissolubilmente legati, così come indissolubile era il legame fra l’interesse per la scienza e l’amore per le bellezze della natura dei loro scopritori.
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