Educazione fisica e sport tra ideali e simboli. L'attività ginnico-sportiva nella società eporediese dell'Ottocento
Educazione fisica e sport tra ideali e simboli. L'attività ginnico-sportiva nella società eporediese dell'Ottocento
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- EDITORE: Tipografia Ferraro - Società Accademica di Storia ed Arte Canavesana
- AUTORE: Liliana Bovo - Franco Quaccia
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1991
- COLLANA: Studi e documenti XV - Il Canavese ieri e oggi
Pagine 592 - copertina flessibile con risvolti.
Edizione illustrata con 47 tavole fuori testo.
Libro in più che buone condizioni.
Prefazione di Gian Savino Pene Vidari.
Le tracce dell'origine e delle prime fasi di fenomeni o di aspetti della vita sociale sono generalmente difficili da ricostruire: la documentazione di situazioni, che per essere agli inizi sono poco note o secondarie rispetto alla normalità, o non esiste neppure o finisce col perdersi. Questa modesta osservazione può valere in modo particolare per un'attività come quella "sportiva", che trova le ragioni della sua stessa esistenza più nel diretto esercizio che in attestazioni scritte o nella comunicazione ad altri dell'avvenuta effettuazione. Date queste premesse, si doveva presumere che si sarebbe potuto scrivere ben poco sull'attività ginnico-sportiva nell'Ivrea del secolo scorso, eppure questo volume ha una consistenza più che considerevole...
Il risultato è il meritorio frutto delle pazienti ricerche, della conoscenza delle fonti e della capacità degli autori, già noti per altre puntuali pubblicazioni di storia canavesana. Essi hanno saputo mettere a frutto l'indubbia padronanza della documentazione della vita eporediese del secolo scorso, ma soprattutto delle pubblicazioni periodiche dell'epoca, al cui esame analitico hanno dedicato a suo tempo pure specifici studi. Ne consegue un quadro variegato e poliedrico, ricco di dati interessanti come di notizie curiose, nel quale le notazioni di costume si affiancano all'analisi descrittiva, alla ricostruzione storica, all'inquadramento socio-culturale. Ginnastica e sport sono un aspetto di un modo di pensare, di presentarsi, di comportarsi, di vivere, che via via si afferma nella società eporediese della seconda metà dell'Ottocento, in connessione con i cosiddetti valori "borghesi" dell'epoca. Superato il lavoro come puro sforzo fisico, l'impiego delle proprie energie nel tempo libero si indirizza alla cura del corpo, nell'ottica sia di un allargamento delle conoscenze del mondo circostante (cicloturismo, naturismo, alpinismo) sia di un irrobustimento fisico (ginnastica, nuoto, canottaggio) che non ignora la preparazione marziale (scherma e tiro a segno).
Ivrea è una piccola città, ma dimostra una certa vivacità, pronta a cogliere gli stimoli della mentalità e delle "mode" del tempo: gli autori, dopo avere esposto con ampiezza nel primo capitolo le linee di tendenza teoriche, che hanno ispirato lo sviluppo e la propaganda della ginnastica e dello sport anche dal punto di visto pedagogico, sono passati nei capitoli successivi all'analisi della situazione locale. Essi sono riusciti così a ricostruire, dopo pazienti ed annose ricerche, fra cronaca e storia, le fasi di applicazione di sviluppo delle singole attività sportive e le vicende delle associazioni via via costituite sul piano operativo per favorirne l'esercizio.
L'impegno e l'entusiasmo dei singoli hanno sopperito spesso alla mancanza iniziale di "strutture", anche se c'è stato l'appoggio comunale per far sorgere una palestra o i "bagni". Accanto al volontariato, a "maestri di ginnastica" o a singoli ciclisti più o meno mitici, ad atleti o propagandisti entusiasti del velocipede dell'alpinismo, spicca però la frequenza della presenza istituzionale del Collegio-Convitto, che viene sovente quasi a cementare l'esercizio delle diverse attività ginniche e sportive ed è dinamico protagonista nelle varie iniziative, fra prospettiva pedagogica, preparazione marziale, impegno civico e patriottico, gare mondane, propaganda culturale.
Molti sono i punti che possono colpire la curiosità, l'immaginazione o l'interesse del lettore, anche a seconda delle sue propensioni. Fra gli altri, si possono ricordare la prima partita di calcio proprio alla fine del secolo; le diverse competizioni ciclistiche del l'ultimo decennio di questo, sostituite poi da un cicloturismo spesso impegnativo; le passeggiate scolastiche, ispirate negli anni '60 da chiara impronta militaristica e dopo il '70 da intenti educativi ed istruttivi; l'esclusivismo della società di canottaggio e le difficoltà della società dei "bagni"; il significativo impegno "nazionale" e marziale dell'esercizio del tiro a segno; lo slancio alpinistico favorito dall'ubicazione di Ivrea, prima con la "Società del Monbarone" poi - dal 1875 - con la Sezione canavesana del C.A.I., i cui prestigiosi aderenti (con la presidenza onoraria del re) si cimentarono in importanti scalate; l'esercizio di alcune attività o lo svolgimento di manifestazioni sportive tra agonismo, valori patriottici e mondanità; l'impegno civico, non immune da notazioni pettegole, della vivace stampa locale.
Gian Savino Pene Vidari Università di Torino
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