Giorgio Cigna. Mostra antologica 1957-1991

• EDITORE: Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate - Adriano Parise Editore
  
• AUTORE: Martina Corgnati (testo di)
• ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1994

Con 49 tavole a colori.
Presentazione: Silvio Zanella.
Testo di Martina Corgnati.
Libro in buone condizioni.

Catalogo della mostra tenutasi a Palazzo Ferrero, Biella dall'11 Dicembre 1993 al 15 Gennaio 1994.

La inconfondibile e complessa personalità artistica di Giorgio Cigna è caratterizzata da una perenne evoluzione. La coscienza dell'eterno cammino dell'umanità e dell'arte, la tensione innovatrice, la gioia di nuove creazioni, il piacere della scoperta, l'ebbrezza dell'avventura artistica hanno permanentemente protetto e conservato nel suo operare l'incanto della freschezza giovanile e la vitalità trasmesse alle opere.
E' difficile imbattersi in opere di Cigna stanche e ripetitive.
Ma è anche difficile non accorgersi che la sua lunga produzione creativa è tutta segnata da una rara ed incessante coerenza evidenziata dalla costante presenza di un messaggio esistenziale sociopolitico manifestato da solidissimi, nitidi e duraturi valori formali.
Ebbi il primo incontro con l'arte di Giorgio nel 1959 alla settima edizione del Premio Nazionale «Città di Gallarate» riservato alla pittura dei giovani, quando la sua opera emerse con poche altre, segnalate dalla giuria, tra le 404 presentate in concorso. Già quell'opera, trent'anni fa, apparteneva alla linea evolutiva che arriva ai nostri giorni. Linea che vedeva il giovane artista impegnato nell'ambito dell'astrazione lirica, più sensibile alle ricerche dei cubisti e di certi futuristi che non alle speculazioni razionaliste dell'astrattismo geometrico o matematico o del concretismo.
Da quell'esperienza Cigna acquisì e rafforzò i solidi valori formali che non ha più abbandonato, da qui l'amore per la ricchezza e la bellezza offerti dalla materia al suo stato naturale, amore che negli anni successivi lo porterà a realizzare interessanti opere di assemblaggi polimaterici pittorici e scultorei.
Nelle sue evoluzioni Cigna ha sperimentato anche una propria pregevole versione dello spazialismo, dell'arte nucleare e, in modo non ortodosso, del neodada: tuttavia l'ambito nel quale più e meglio ha espresso se stesso è quello estremistico e paradossale, surreal-fantastico, di caustica satira, o perlomeno di ironica evidenziazione, dell'aspetto meccanicistico, merceologico, consumistico, distruttivo e sprecone della nostra civiltà.
Riutilizzando gli scarti e gli oggetti usati e gettati, manipolando una parte infinitamente esigua della montagna di rifiuti che minaccia di sommergere città e metropoli e che dilagano su tutta la terra fino ai due poli, Cigna ha realizzato le sue più belle opere, elevando cosi l'oggetto di discarica a significante creazione artistica.
Dal contenuto di queste opere di recupero a quello delle attuali, ecologiche, il passo è breve. E' di questi ultimi anni il suo tragico messaggio, il suo richiamo, la sua protesta, che si unisce a quella di tutta l'umanità, per invocare la salvezza della natura e dell'uomo, per un ambiente più vivibile, un'umanità più umana.
Il Direttore
Silvio Zanella