Giovane in Cina. Teng Shih-hua - Einaudi
Giovane in Cina. Teng Shih-hua - Einaudi
Scorte ridotte: ne restano 1
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EDITORE: Einaudi
- AUTORE: Sergej Tret’jakov
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1976
Pag. 469 - Copertina morbida.
Libro in buone condizioni con timbro «volume di seconda scelta» nella seconda pagina dopo la copertina e al retro.
Sergej Tret’jakov scrisse questo libro a nome di un intellettuale cinese, Teng Shih-hua, di cui fu professore all’Università di Pechino nel 1924- 1925. Questa «autobiografia scritta da un altro»
o «bio-intervista» comprende un momento decisivo della storia della Cina moderna: dalla preparazione della rivoluzione del 1911-12 alla temporanea sconfitta della rivoluzione nel 1927. Ma il libro, oltre ad avere un impianto biografico e una prospettiva storiografica, ha una affascinante dimensione etnografica che lo rende una sorta di enciclopedia vivente della realtà cinese: il mondo familiare, scolastico, religioso e politico della Cina di quel tempo rivive attraverso un ricchissimo materiale che Tret’jakov conosceva per esperienza diretta e per studio approfondito..
Il lettore è cosi introdotto nei più vari ambienti della vita quotidiana, osserva il comportamento e la mentalità degli abitanti della campagna, di una casa di proprietari terrieri, di un monastero buddista, di una scuola e poi scopre la grande e antica Pechino, in cui fermenta il rinnovamento rivoluzionario dell’intero paese. Il centro di questo mondo mobilissimo e variegato, visto non come realtà esotica ma dall’interno dei suoi impulsi segreti, è la figura delicata e virile del giovane intellettuale rivoluzionario Teng Shih-hua, che esce da una millenaria tradizione culturale per aprirsi a complesse, drammatiche esperienze di modernità.
Amico di Majakovskij e di Brecht, di Mejerchol’d e di Ejzenstein, Tret’jakov, che nel 1939 cadde vittima dell’apparato poliziesco staliniano, occupò una delle posizioni più estreme all’interno dell’«avanguardia» letteraria russa degli anni venti. Redattore del «Novyj Lef», fu un teorico intransigente della cosiddetta «letteratura del fatto», che negava il romanzo, considerato genere letterario «borghese». Il suo libro su Teng Shih-hua, i cui primi frammenti apparvero nel «Novyj Lef» nel 1927-28 e che uscì in volume nel 1930, nacque nel pieno delle ricerche letterarie di quegli anni ancora incandescenti, che Vittorio Strada illustra criticamente nel saggio in appendice a questo volume.
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