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I 100 anni dell’elmetto italiano 1915-2015. Storia del copricapo nazionale da combattimento

I 100 anni dell’elmetto italiano 1915-2015. Storia del copricapo nazionale da combattimento

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Dettagli prodotto :

  • ISBN: 9788898185177
  • EDITORE: Stato Maggiore Della Difesa Ufficio Storico
  • AUTORE: Giovanni Cecini
  • ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2019

Seconda ristampa, febbraio 2019.
Pagine 364 - fotografie ed illustrazioni sia a colori che in bianco e nero.
Copertina flessibile con risvolti.
Libro in ottime condizioni.

Sin dall’antichità il combattente ha cercato in vari modi di proteggere le parti del corpo più sensibili dagli attacchi avversari. Per questo motivo l’utilizzo di copricapi di cuoio o metallici, che potessero garantire una migliore sicurezza della testa, ha caratterizzato tutte le epoche. La Prima guerra mondiale, per via del suo massiccio avanzamento tecnico e del tipo di combattimento incentrato nella trincea, ha creato i presupposti per un rivoluzionario esame sull’argomento. L’Italia, come gli altri Paesi, ha dedicato particolare attenzione a questo aspetto. A partire dal 1915 ha dotato quindi i suoi soldati di una serie di elmetti, che negli anni hanno contraddistinto a ogni latitudine l’essenza stessa dello status militare nazionale.
Tutte le Forze Armate e tutti i Corpi armati dello Stato hanno indossato in pace e / o in guerra elmetti e caschi. Apparentemente destinata ad affrontare uno specifico corredo militare, in realtà la storia degli elmetti offre l’occasione per analizzare almeno altri due particolari molto rilevanti della recente vita militare del Paese: l’aspetto economico-industriale e quello logistico-amministrativo.
Sono dunque passati esattamente cento anni da quando i primi fanti calzarono per la prima volta un contemporaneo copricapo metallico. L’Adrian (nelle sue diverse varianti) ha segnato oltre venti anni della storia patria, rimanendo legato di massima ai sacrifici della Grande Guerra e alla relativa Vittoria, mentre il modello 33 ha saputo traghettare le Forze Armate nazionali dall’epoca fascista a quella democratica repubblicana. Rimasto dal 1946 alla vigilia del nuovo millennio un corredo utilizzato per parate ed esercitazioni, divenne negli ultimi venti anni del Novecento un fondamentale corredo del soldato impegnato in missioni di pace oltremare. Nel frattempo, le varie versioni dell’elmetto in fibra hanno progressivamente affermato la necessità di sostituire il pesante e non sempre elastico acciaio con strati di prodotti chimici, relativamente leggeri e caratterizzati da precise funzioni balistiche.
Nonostante ciò, la tradizione lascia il proprio segno e al fianco dei futuristici caschi protettivi rimangono i simboli di alcuni corpi, come la penna per le truppe da montagna o le piume dei bersaglieri. In questo si evince quindi quel legame ideale, che a distanza di cento anni ancora esiste tra il cittadino coscritto sul Carso e quello professionista, che opera oggi in Afghanistan o in Libano.

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