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I Trotskisti d’Italia. Dall’opposizione a Stalin e Togliatti al «Sessantotto»

I Trotskisti d’Italia. Dall’opposizione a Stalin e Togliatti al «Sessantotto»

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Dettagli prodotto :
  • EDITORE: Storia Ribelle - Biella
  • AUTORE: Roberto Gremmo
  • ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2014

1^ edizione.
Pagine 296 - copertina flessibile con risvolti.
Libro NUOVO.

Dopo il crollo del mito di Stalin e la fine ingloriosa della casta parassitaria nell’Unione Sovietica, la figura del ’profeta disarmato’ ed assassinato Leone Trotsky è parsa grandeggiare come quella d’un lungimirante oppositore rivoluzionario. Tuttavia, in Italia il minuscolo e marginale movimento politico che si é richiamato al suo pensiero non ha mai avuto fortuna benché i suoi fondatori negli anni ’30, Alfonso Leonetti, Paolo Ravazzoli e Pietro Tresso detto Blasco siano ancor oggi ricordati come onesti e sinceri militanti comunisti internazionalisti. Sconfitti in un duro braccio di ferro con Togliatti, cacciati senza mezzi dal loro partito, i Tre oppositori si trovarono vivere nelle difficili condizioni dell’emigrazione politica in Francia e finirono ben presto travolti dal cannibalismo politico dei litigiosi trotskisti francesi, schiacciati da un impotente ’entrismo’ fra i socialisti e tenuti sotto sorveglianza dallo spionaggio fascista che riuscì ad arruolare come confidenti anche alcuni ’doppiogiochisti’ di peso del ’fuoruscitismo’ più estremista.
Non ebbero vita facile neanche i trotskisti italiani di Fosco Di Bartolomeo nella guerra di Spagna; nella Resistenza italiana non vi furono formazioni partigiane apertamente legate alla IV Internazionale ed a guerra finita l’egemonia dell’elefantiaco partito di Secchia e Togliatti impedì il formarsi d’una vera opposizione politica. Successivamente, nato da una costola della sinistra socialdemocratica, un gruppo politico trotskista dette cattiva prova di sé prima subendo il fascino della burocrazia jugoslava, poi facendo pretestuosamente naufragare i difficili tentativi di creare un Movimento della Sinistra Comunista ed infine paralizzando i suoi militanti in un inefficace ’entrismo’ ventennale nei partiti della sinistra ufficiale.
Non v’è da stupirsi se alla vigilia del Sessantotto il movimento trotskista, ormai disgregato, non ebbe alcuna attrattiva per i giovani che volevano fare la rivoluzione.

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