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Il mistero di Torino. Due ipotesi su una capitale incompresa

Il mistero di Torino. Due ipotesi su una capitale incompresa

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Dettagli prodotto :
  • ISBN: 9788804520702
  • EDITORE: Mondadori
  • AUTORE: Vittorio Messori E Aldo Cazzullo
  • ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2004
  • COLLANA: Le Scie

1^ edizione settembre 2004.
Pagine 498 - copertina rigida con sovraccoperta.
Libro in più che buone condizioni.

C’è un «mistero di Torino»? E quale? Che cosa nasconde la città della Sindone e dell’autoritratto di Leonardo, dei tecnici della Fiat e dei satanisti, di san Giuseppe Benedetto Cottolengo e del re lussurioso e scomunicato? Che cosa aleggia sotto Superga, tanto da provocare l’eccitazione delirante di Nietzsche e la folgorazione di de Chirico, che gli ispirò la pittura metafisica? Perché nessuna città è citata quanto questa da Nostradamus, che volle soggiornarvi? Perché è qui la maggiore raccolta di mummie e di libri egizi dei morti? Perché l’apertura al futuro di Cavour, degli Agnelli, di Valletta, di Gualino sta accanto alle tombe di de Maistre, di Solaro della Margarita, del conte di Gobineau, profeti della Reazione? Perché, al pari della sua Juventus, Torino divide chi molto l’ama da chi molto la detesta? Dove la condurrà un destino che, in pochi anni, l’ha portata sino a un milione e duecentomila abitanti e l’ha poi svuotata fin sotto i novecentomila?
L’enigma di una «strana metropoli» è indagato da Vittorio Messori e Aldo Cazzullo, due giornalisti e scrittori diversi per età e, talvolta, opinioni, ma accomunati dalla vicenda umana: non nati a Torino, entrambi vi sono arrivati presto, vi si sono formati, hanno lavorato un decennio o più alla
«Stampa» e infine se ne sono andati, verso le rivali Milano e Roma, pur continuando a essere affascinati dal ricordo della Mole Antonelliana, trionfo di tecnologia ottocentesca e segno esoterico per eccellenza.
La città delle ideologie e delle passioni della modernità - Gobetti, Gramsci, Togliatti, Pajetta, la casa editrice Einaudi - ma anche del cattolicesimo sociale, con un’esplosione di santità tale da farne la diocesi del mondo con più fedeli sugli altari. I pedagoghi massoni del Risorgimento e quelli novecenteschi del Partito d’azione, i Bobbio, i Galante Garrone, in competizione - per «fare gli italiani» - con una Chiesa coriacea, da san Massimo al cardinal Michele Pellegrino. Le età e le atmosfere di Torino, i suoi personaggi sono raccontati dagli autori - cattolico l’uno, laico l’altro - secondo due prospettive segnate spesso dall’autobiografia e che a volte si scontrano in un’antitesi, a volte si mescolano in una sintesi. Accanto alle figure più note, ne riemergono molte altre, sorprendenti, spesso inquietanti. Torino è letta da Messori e da Cazzullo come metafora del mondo, come luogo della geografia e insieme dello spirito. Un posto dove luce e oscurità sembrano convergere, dove peccato e grazia scendono a duello come in certe terribili notti di don Bosco. Sullo sfondo, il paradosso di Umberto Eco: «Senza l’Italia, Torino sarebbe più o meno la stessa. Ma senza Torino, l’Italia sarebbe molto diversa».

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