Il treno era in orario - Il pane dei verdi anni - di Heinrich Boll
Il treno era in orario - Il pane dei verdi anni - di Heinrich Boll
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Dettagli prodotto :
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EDITORE: Mondadori
- AUTORE: Heinrich Boll
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1974
- COLLANA: Scrittori italiani e stranieri
1^ edizione.
Pagine 239 - copertina rigida con sovraccoperta.
Libro in buone condizioni.
Heinrich Böll era appena noto a pochi lettori tedeschi per alcuni racconti pubblicati in riviste di limitata tiratura, quando di colpo divenne un caso letterario con l’uscita in volume del suo breve romanzo (o lungo racconto) Der Zug war pünktlich (Il treno era in orario). Era il 1949, e la letteratura tedesca pareva ancora un deserto, dopo la distruzione quasi totale causata dal nazismo e dalla guerra. Böll, reduce da diversi fronti, ferito, non volle parlare d’altro, e rituffò i suoi connazionali nella grande tragedia che li aveva travolti e che pochi avevano capito in tutta la sua gravità. Ancora una volta, nelle pagine nude e roventi di quella narrazione, gli ex soldati di Hitler tornarono sulle rumorose, squallide tradotte che, dalle città e dai villaggi germanici dove avevano trascorso una breve licenza, li riportavano, attraverso paesi alleati o nemici, occupati con uguale durezza, verso l’inferno del fronte, verso la degradazione di una vita ridotta alla pura sopravvivenza, al massacro degli uomini schierati sotto altra bandiera, a un’obbedienza di bruti. Ma, pur senza togliere nulla alla greve realtà di quei giorni, Böll la fa lievitare e le dà un senso attraverso due aggiunte che non sono di tutti: un forte dono di poesia, che rende quasi simboliche anche le cose più materiali contemplate e sentite dall’autore e dal suo alter ego, il soldato Andreas; e una carica di spiritualità tanto più impressionante quanto meno intrisa di edificazione. E’ perciò col fiato sospeso che il lettore segue le lunghe ore in cui Andreas e i suoi due occasionali compagni di viaggio, un marito tradito e un omosessuale involontario, si avvicinano alla Polonia, dove trascorreranno la loro ultima notte in un bordello. Nasce, in quelle ore, un senso della morte, della pietà, dell’amore che solo una robusta fantasia poteva rendere credibili in così realistico contesto; e la mattina dopo, quando la morte arriva puntuale al convegno, più che un senso di rovina si prova un senso di liberazione, e la strana certezza che questa storia è appena incominciata, che si prolunga in noi e in un’altra, misteriosa dimensione.
Dopo la Germania dilaniata dalla guerra, nel 1955 Böll ci dava, con Das Brot der frühen Jahre (Il pane dei verdi anni), ugualmente accolto in questo volume, il ritratto della Germania già avviata verso il miracolo economico. I tedeschi tendono sempre più a dimenticare il passato, ma non lo dimentica il giovane protagonista del racconto, che ne sente quasi il gusto fisico in un’arretrata, insaziabile fame di pane fresco, un pane che sta a simboleggiare tanti altri beni di cui ha sofferto e soffre la mancanza. Esplode, a salvarlo da una disperata aridità, un amore quasi inverosimile, con connotazioni esaltate da Tristano e Isotta. Ma sotto così vivide apparenze, restano due poveri, disarmati, giovani esseri umani della società moderna: un riparatore di lavatrici e una studentessa, che si rifugiano l’uno nell’altra in un tremendo bisogno di calore e di conforto.
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