L’azione consiste - Don Giovanni
L’azione consiste - Don Giovanni
Scorte ridotte: ne restano 1
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EDITORE: Feltrinelli
- AUTORE: Gaia Servadio
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1968
- COLLANA: I narratori di Feltrinelli - n. 120
1^ edizione gennaio 1968.
Libro che si legge da entrambe le parti; da una parte, pagine 62, L’azione consiste; dall’altra, pagine 96, Don Giovanni.
Copertina rigida.
Libro in buone condizioni (pagine abbastanza scurite dal tempo).
L’azione consiste è la storia di due romanzi. Una moglie descrive la propria vita in brogliacci (fitti di dettagli veri e di calcolate bugie) che lascia in giro con l’intenzione che il marito li veda. Ma questa moglie, Salomè, non appare mai: si descrive invece nei suoi appunti e nei suoi romanzi, che si alternano ai brani del romanzo-appunto del marito. Il vero protagonista è il marito di Salomè, un serio, un po’ masochista, un po’ vittima, il quale, benché ossessionato dall’idea della moglie, affascinato e irretito dalle bugie e dalle avventure di lei, continua nella sua ricerca del romanzo perfetto. E appunto la protagonista di questo romanzo che non sarà finito mai (e si capisce che non sarà neanche mai cominciato) è Salomè, con le sue bugie, i suoi giochi coniugali, le sue infedeltà, la sua leggerezza. Ai brani dei propri appunti, il marito intercala disegnini ispirati a Salomè e trovatine tipografiche alla Tristram Shandy.
Questo Don Giovanni è basato sul libretto che Da Ponte scrisse per Mozart nel 1789. Le scene ed i personaggi sono gli stessi, come lo stesso è il ritmo dell’azione (arricchito da qualche intermezzo). Leporello viene descritto dal tipo di giornali che legge, titoli, annunci economici, necrologi. Anche Donn’Anna, nobildonna napoletana (e naturalmente innamorata di Don Giovanni), si pasce di riviste femminili ed è descritta da quanto legge. Raccontare la storia di Don Giovanni è inutile: la sanno tutti. Qui, come nella letteratura del ’700 (e prima, da Tirso da Molina a Goldoni, da Molière a Stendhal), Don Giovanni è un personaggio narciso e ambiguo in corsa sfrenata verso le conquiste e quindi il potere. Non è il Don Giovanni di ricetta ottocentesca (Byron, Tolstoj, Puskin e, in fondo, anche Bernard Shaw), non è il personaggio romantico che ama, riamato, le donne. Don Giovanni non le ama affatto: ama sé stesso. Tema eterno, eroe, forse, per eccellenza, con le ambiguità narcisistiche e quasi femminili, e la virilità del suo coraggio che fanno la sua verità e la sua inumana umanità.
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