L’inferno. Profondo sud, male oscuro - Giorgio Bocca - Mondadori
L’inferno. Profondo sud, male oscuro - Giorgio Bocca - Mondadori
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Dettagli prodotto :
- ISBN: 9788804362746
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EDITORE: Mondadori
- AUTORE: Giorgio Bocca
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1992
Pagine 289 - copertina rigida con sovraccoperta.
Libro in più che buone condizioni.
Visto dall’alto l’inferno degli italiani è bellissimo. Dalla rocca di Erice, dall’aereo che scende sul mare verde e franto di Punta Raisi, dalle radure del Pollino su cui trascorrono nubi leggere fra i due mari esso sembra disegnato per gli dèi. Alle porte di questo inferno, dentro questo inferno ti avvolgono i profumi forti dei mirti, della macchia, degli aranceti, del salso che arriva dall’isola delle Femmine sulla strada di Palermo, dentro i calori della terra calda. Questo inferno degli italiani pieno di linfe sulfuree, di sorgenti fumanti, di lave scorrenti senza il quale noi del settentrione che ci portiamo addosso gli odori scialbi delle marcite, i gusti tenui dei pesci di lago non ci sentiremmo mediterranei, non ci sentiremmo anche noi figli della terra in cui fioriscono i limoni.
E allora per quale peccato originale, per quali orgogli, per quale maledizione della storia, per quale fatalità geografica noi italiani del nord e del sud non riusciamo a fare di questo nostro paese un paese unito?
Il guaio, per gli italiani dell’alta come della bassa Italia, è che non sono due popoli l’un l’altro straniero, che non esistono fra di essi diversità insormontabili di religione, di lingua, di razza. Il guaio è che il profondo sud, come notava Ugo La Malfa, non è oriente, non è Terzo mondo, ma occidente cristiano e mediterraneo che per un diverso corso storico risulta come sfasato rispetto alle regioni più avanzate. E questo sfasamento ogni volta si traduce in fallimenti o involuzioni che nessuna forza al mondo sembra capace di impedire, di contenere. Perché le platee, gli uditori degli italiani che non vogliono sapere, che non vogliono vedere possono pensare che il cronista dell’inferno esageri, ma chi vive a Bari come a Palermo, come a Napoli ripete le stesse amarissime parole: non ne posso più. Siamo stanchi di vivere così.
Noi siamo per la prima volta moderatamente ottimisti. Il nostro è un ottimismo sui generis, si basa sul fatto che peggio di così non può andare, che meglio di così è possibile fare. Ed è sulla constatazione che nel sud incomincia a lievitare una volontà di riscatto e di cambiamento, a cui i riformatori delle province avanzate pensano, che credo si debba legare il rinnovamento della democrazia in Italia. Il razzismo del nord abitato da masse di meridionali completamente integrati è per ora marginale, folcloristico. Ma potrebbe crescere una voglia secessionistica se l’altro modello di sviluppo continuasse a crescere e a minacciare l’intero paese. Bisogna che gli italiani dell’Italia ricca diano ogni appoggio ai fratelli meridionali che hanno iniziato la loro resistenza civile. Ne abbiamo parlato poco in un resoconto di viaggio volutamente di denuncia, ma gli siamo vicini. Che Dio protegga questo sgangherato ma amato paese.
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