La battaglia mondiale delle telecomunicazioni

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• ISBN: 9788886176828
• EDITORE: Edizioni Lotta Comunista
  
• AUTORE: Paolo Migone - Bruno Ferroglio
• ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2009
• COLLANA: Analisi

Pagine 332 - copertina flessibile con risvolti.
Libro in buone condizioni.

L’informatica e le telecomunicazioni occupano una porzione consistente e crescente dell’economia globale. Il giro d’affari che esse muovono equivale al 5,3% del Prodotto Lordo Mondiale. In parte questo è il risultato della diffusione su scala planetaria dei servizi telefonici, vecchi e nuovi. Nell’ultimo decennio si sono aggiunti alla dotazione precedente mezzo miliardo di linee telefoniche fisse, oltre tre miliardi di terminali mobili e trecentocinquanta milioni di collegamenti ad Internet in banda larga. Il fenomeno è destinato a proseguire, anche se verosimilmente a ritmi meno convulsi.
Gli scritti raccolti nelle pagine che seguono propongono un profilo storico delle tecnologie della comunicazione, delle battaglie capitalistiche che ne hanno contrassegnato l’ascesa e un’analisi dello sviluppo recente, caratterizzato da una combinazione di estensione e innovazione. L’arco temporale delle vicende affrontate travalica il secolo e mezzo, mentre la specificità del settore impone talvolta il ricorso a termini e acronimi specialistici, per questo raccomandiamo al lettore di non perdere il filo conduttore proposto. L’analisi di un comparto sollecita infatti la riflessione più generale sulle contraddizioni del modo di produzione capitalistico.
Quest’ultimo offre si il progresso tecnico, ma al costo delle bolle speculative, delle crisi di sovrapproduzione, dei licenziamenti e accompagnandolo con stridenti anomalie.
Nel 1866, quando fu introdotto il servizio, il costo di una comunicazione telegrafica di 10 parole tra New York e Londra era di 100 dollari, equivalenti ad alcuni mesi di salario per un lavoratore medio. Centocinquant’anni di sviluppo della tecnologia hanno praticamente annullato la distanza e quasi azzerato i costi. All’epoca, Marx ed Engels constatavano che «la grande industria ha realizzato quel mercato mondiale che la scoperta dell’America aveva preparato», ha sostituito al «precedente isolamento locale e nazionale un traffico universale, una universale interdipendenza delle nazioni», solo per proporre ciclicamente «un’epidemia che in ogni altra epoca storica sarebbe parsa un controsenso ... quella della sovrapproduzione». La storia delle telecomunicazioni ne è uno specchio esemplare.