La memoria del futuro. Film d’arte, film e video industriali Olivetti: 1949-1992
La memoria del futuro. Film d’arte, film e video industriali Olivetti: 1949-1992
Esaurito
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EDITORE: Fondazione Adriano Olivetti Archivio Storico Del Gruppo Olivetti
- AUTORE: Adriano Bellotto
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1994
Pagine 299 - copertina morbida (evidente segno di piega al retro visibile anche nelle ultime 70-80 pagine del libro).
Libro comunque in buone condizioni.
I film e i video che la Società Olivetti ha realizzato dal 1949 ad oggi, sono stati raccolti, riversati su nastro magnetico e inventariati. Quattro anni di paziente lavoro hanno dato come frutto la realizzazione della Cinevideoteca dell’ Archivio Storico del Gruppo Olivetti.
Si tratta di un insieme rilevante per la quantità delle opere realizzate, ma che costituisce per la sua qualità una presenza significativa nella storia del cinema e del video industriale italiano. In apertura del presente lavoro è dunque opportuno tracciare, almeno per sommi capi, le principali linee di svolgimento della storia del film industriale.
Il cinema industriale italiano nasce negli anni Trenta, ma si sviluppa in maniera significativa solo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Negli anni successivi si ha l’abbandono della pellicola grazie all’impiego sempre più frequente del nastro videomagnetico e delle tecniche di produzione su mezzi elettronici. Ambedue, cinema e video, sono definibili come industriali in rapporto alla committenza, che è identificabile sempre con imprese industriali oppure aziende (anche pubbliche) di servizi.
Nella maggior parte dei casi i film e i video hanno la natura di documentari e quindi sono di carattere non-fiction. Quanto alla durata, sono mediamente definibili come cortometraggi, con tempi che possono variare da 10 a 20, 30 minuti, e talvolta anche più di 30, ma sempre con durate inferiori a quelle dei film di fiction o a soggetto, definiti come lungometraggi.
I contenuti, scelti dai committenti, pur non essendo di norma improntati a finalità pubblicitarie nel senso stretto del termine, in genere riguardano prodotti, lavorazioni, ambienti, impianti, sistemi e situazioni attinenti al lavoro industriale. Ci sono tuttavia alcune eccezioni, vale a dire casi in cui nel cinema e nel video commissionato dalle aziende entrano altri temi, non esplicitamente o direttamente riconducibili al mondo dell’industria.
Ma almeno nei primi anni, le eccezioni alla regola di una prevalenza dei riferimenti all’industria sono poche, poiché la committenza ha precise connotazioni storiche, geografiche, economiche: essa infatti è legata a imprese che si sviluppano nel cosiddetto triangolo industriale, in coincidenza con un periodo di boom economico che viene datato tra il 1958 e il 1965 circa. Infine, il cinema industriale è caratterizzato dalla permanenza di alcuni modelli storici: sono i «documentari» realizzati in Italia e altrove fin dagli anni Trenta e Quaranta. I contenuti e i soggetti erano già allora tra i più vari: arte, cultura, storia, paesaggio, ma anche divulgazione tecnica, formazione professionale, produzioni propriamente industriali.
Molti di questi temi verranno ereditati - e con i soggetti anche i modi di rappresentarli in cinema - dalla comunicazione audiovisiva di impresa, quando si svilupperà nel corso degli anni Cinquanta. La molteplicità dei temi presente nel cinema industriale prende dunque origine, almeno in parte, da questi precedenti.
Studiare il cinema e il video industriale comporta pertanto la necessità di tener conto di una evoluzione che non solo è articolata nel tempo, ma anche complessa nei contenuti, nei significati e nelle forme, in una parola nei diversi aspetti dell’ideazione e della realizzazione. Il che vale ovviamente anche per il repertorio Olivetti, la cui origine risale alla fine degli anni Quaranta.
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