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La rivolta politica delle campagne. Il Partito dei Contadini e l’autonomia del mondo rurale (1919-1968)

La rivolta politica delle campagne. Il Partito dei Contadini e l’autonomia del mondo rurale (1919-1968)

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Dettagli prodotto :
  • EDITORE: Storia Ribelle - Biella
  • AUTORE: Roberto Gremmo
  • ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2018

1^ edizione.
Pagine 216 - copertina flessibile con risvolti.
Libro NUOVO.

Dopo la carneficina della prima guerra mondiale, fra Langhe e Monferrato, i contadini che più di tutti avevano pagato cara l’avventura militarista ed erano tartassati da tasse sempre più opprimenti crearono il Partito dei Contadini d’Italia per difendere la casa, il lavoro e la vita tradizionale rivendicando la propria autonomia politica.
La piccola organizzazione esprimeva tutta la rabbia per i lutti della guerra ed il sordo rancore per le promesse non mantenute dopo la sanguinosa Vittoria per cui più di tutti si erano sacrificati i popolani più indifesi.
La rivolta politica era capeggiata nel Cuneese da Urbano Prunotto e nell’Astigiano da Giacomo Scotti ed ebbe subito un consenso straordinario nelle campagne piemontesi, suscitando la feroce ostilità dei Popolari, dei Socialisti e soprattutto dei Fascisti.
Più ambiguamente, il neonato Partito Comunista d’Italia finse di dialogare col movimento contadinista tentando di neutralizzare, assorbire o disgregare quelli che i fascisti bollavano come bolscevichi verdi.
Nel 1925 il gruppo contadinista finiva per disgregarsi arrendendosi a Mussolini anche perché era diventato suo segretario generale un ambiguo personaggio già legato ai servizi segreti dopo una burrascosa militanza anarchica.
Dopo la Liberazione, il Partito dei Contadini rinato per iniziativa di Alessandro Scotti tornava ad essere una forza politica egemone in gran parte delle zone rurali del Piemonte.
Temendone la concorrenza fra i rurali, nel 1953 la Democrazia Cristiana rifiutava l’apparentamento coi contadinisti e le mancarono poche migliaia di voti che avrebbero garantito la maggioranza premiale prevista dalla legge truffa.
Il declino del movimento ruralista iniziò per l’azione disgregatrice di Adriano Olivetti che favorì una sciagurata scissione ma il dissenso politico delle campagne continuò a manifestarsi ancora nel Sessantotto contadino.

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