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Le grandi pietre magiche. Residui di paganesimo nella religiosità popolare alpina

Le grandi pietre magiche. Residui di paganesimo nella religiosità popolare alpina

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Dettagli prodotto :

  • EDITORE: Storia Ribelle - Biella
  • AUTORE: Roberto Gremmo
  • ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2009

Pagine 160 - copertina flessibile con risvolti.
Libro NUOVO.

Antiche credenze paganeggianti convivono con il cattolicesimo ufficiale nelle valli delle Alpi occidentali e nel Piemonte contadino dove, come in Bretagna, resiste un sotterraneo culto delle pietre.
Molte donne invocano la maternità battendo il ventre al "Ròch dla vita" di Oropa, alla "Pietra Leona" di Candia, al santuario di Boca, alla "Pera batisaa" di Besano, al "Ròch di Santa Brigida" sopra Torino, alla "Pietra del tesoro" di Pecetto ed alla roccia all'interno della chiesa di san Lucio in Val Mesolcina.
Nel bosco magico di Malesco, all'Alpe Pala sopra Verbania, a Machaby in val d'Aosta e nella Bessa biellese si trovano antichi scivoli della fertilità femminile.
A Fours Saint Laurent sopra Barcellonette esiste ancora la "Peira des espousas", residuo di una cerimonia paganeggiante per le giovani spose mentre sui monti fra val Soana e Cogne sotto un immenso masso erratico si celebra ogni anno la festa a sfondo prettamente etnico del santo Besso.
A Villar San Costanzo e San Giorgio di Peveragno le chiese sono state edificate su massi dedicati ad antichi culti fallici esaltati in una lastra del battistero di Biella.
Si credono dotate di reali poteri terapeutici la grotta di San Ponzo in valle Staffora e quella di san Miro a Canzo, la "Pèra dla pansa" di Cavour, il masso guaritore del "Sacro Monte" di Crea, il "Musset" di Aosta, il "Foro di santa Limbania" a Genova Voltri e Rocca Grimalda, la "Pietra delle febbre" di Azoglio, la pietra Isana di Livorno Ferraris e la pietra di Santa Varena nei pressi di Alessandria.
Per cristianizzare le antiche devozioni molte 'pietre magiche sono state collocate all'interno, sui muri o nel recinto delle chiese come a san Solutore di Caravino o nel santuario torinese dei 'Santi Martiri'.
Questo libro documenta la realtà sconosciuta della tenace fede popolare alpina animista ancor viva in simbiosi precaria con il cristianesimo ufficiale.

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