Leo Longanesi - Rizzoli

• ISBN: 8817420514
• EDITORE: Rizzoli
  
• AUTORE: Indro Montanelli - Marcello Staglieno
• ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1985

1^ edizione.
Pagine 421 - con 32 pagine di fotografie ed illustrazioni in nero fuori testo.
Copertina morbida con sovraccoperta.
Libro in buone condizioni (un paio di pagine hanno lievi tracce di umidità).

Leo Longanesi (Bagnacavallo 1905 - Milano 1957) è stato a tutt’oggi definito con la formula - vaga quanto riduttiva - di «maestro d’editoria, grafica e giornalismo». Il suo talento, che s’espresse in apparente disordine in più direzioni, nei rari libri, nel disegno e nella conversazione, lasciò l’impressione d’un che di incompiuto, parve il segno d’una vitalità inquieta e superficiale, un prolungamento infuocato dell’esperienza quotidiana. Lo stesso suo rifiuto dei luoghi comuni e del conformismo, espresso nei fuochi d’artificio del paradosso, gli creò intorno un’aureola ingannatrice d’uomo sarcastico, imprevedibile, brillante». Ma lo sfavillio delle trovate era solo il punto d’arrivo della sua complessa e conturbante personalità. Imbrogliando tutti, o quasi tutti, con lo specchietto di quelle apparenti assurdità, Longanesi condusse dal primo all’ultimo giorno, e con un impegno da crociato, la più seria e disperata battaglia che mai sia stata ingaggiata da uno scrittore: nessuno degli italiani contemporanei ha lasciato, morendo, il vuoto che per la sua generazione lasciò Longanesi, perché in nessuna un italiano ha scavato così a fondo com’egli ha fatto per la propria: con l’eleganza del disinteresse, con un’estrema libertà di giudizio, in una polemica condotta con amici, avversari, addirittura con se stesso. L’apparente volubilità dei suoi bersagli - il fascismo, tra le due guerre, e l’antifascismo, dopo il 1945 - era coerente col suo sogno di un’Italia insieme moderna e ricca di virtù antiche, immune da volgarità e spoglia d’ogni retorica. Questo libro ha cercato di restituire il più possibile la ricca, la ricchissima personalità di Longanesi, nella sua fierezza, malinconia, nella sua scontrosa solitudine, per la quale l’abbiamo tanto amato.