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Non siamo più povera gente. I malesseri del benessere

Non siamo più povera gente. I malesseri del benessere

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Dettagli prodotto :
  • ISBN: 9788817534529
  • EDITORE: Rizzoli
  • AUTORE: Cesare Marchi
  • ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1989

1^ edizione.
Pagine 269 - Copertina rigida con sovraccoperta.
Libro in più che buone condizioni.

L’Italia, nel corso dei secoli, è stata definita in vari modi, ognuno dei quali cercava di riassumerne l’essenza («Terra cara agli dèi», ad esempio) o, al contrario, la non essenza («L’Italia? una semplice espressione geografica » ebbe a dire a suo tempo il principe di Metternich). Ma una delle più calzanti ci sembra essere quella data dal Pascoli quando l’Italietta andò in Libia a conquistarsi il suo scatolone di sabbia (non sapevamo ancora che c’era il petrolio!): «La Grande Proletaria s’è mossa!». Sì, era proprio vero; l’Italia sino alla conclusione della seconda guerra mondiale, come ci ha già raccontato Cesare Marchi, è stata un paese di gente povera, un paese proletario dove si risparmiava su tutto, dove si rivoltavano le giacche, dove il pane grattato lo si faceva in casa, dove mangiare la carne era un privilegio dei ricchi. Poi, quasi all’improvviso, inaspettati ma sempre sognati, gli anni del boom, del miracolo economico, della Borsa in rialzo, degli yuppie rampanti, dell’edonismo assoluto, dell’Italia quinta (o sesta, a seconda dei mesi) potenza industriale dell’Occidente. Sì: mai come in questi anni il nostro paese è stato ricco, pieno di voglia di divertirsi, di «star bene», e soprattutto di consumare, di esibire. La prima casa non basta più: è necessario, per essere «in», averne una seconda e una terza; siamo tra i principali importatori e consumatori di whisky e di champagne al mondo; andiamo in vacanza in isole esotiche e remote; abbiamo sempre problemi di carattere alimentare, ma soltanto perché il colesterolo ci minaccia da vicino. Ma è proprio tutto oro, quello che luccica? o forse il benessere ha provocato in noi qualche malessere? In questo libro, scritto con la consueta arguzia, ironia e bonarietà, Cesare Marchi traccia un’immagine sorridente, paradossale e grottesca dell’Italia del Grande Benessere: i forzati del weekend, discoteche assordanti, micidiali lampade al quarzo per essere sempre abbronzati, gastronomia luculliana e diete assassine, tic, stress, manie, nevrosi, concorsi a premio, pubblicità martellante... Un’Italia frenetica, pasticciona, con la spocchia del nuovo ricco, sempre alla ricerca di qualcosa che non riesce mai a trovare e che spesso, troppo spesso, ha confuso l’avere con l’essere, ma nella quale, come ci ammonisce sornione Cesare Marchi, è pur sempre bello vivere.

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