Pensa "Ritmo"... poi inventa! Diversi segni per esprimere un'auto

• EDITORE: Fiat Auto Spa
  
• AUTORE: AA.vv.
• ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1979

Pagine 301 - con fotografie ed illustrazioni sia a colori che in bianco e nero.
Copertina morbida parecchio rovinata: rotta al dorso in alto, abrasione al dorso in mezzo ed in basso, angoli sia al piatto che al dorso un po’ segnati.
Il libro, copertina a parte, è in buone condizioni (piccola dedica nella prima pagina).

Una campagna promozionale o pubblicitaria. nasconde sempre tra le proprie pieghe dei giusti e corretti rapporti di fruitore-proponente; ha sempre un obiettivo preciso da raggiungere, che in genere è sottinteso, ed è una serie di altri fatti che non è possibile numerare. Ha inoltre aspetti e correlazioni con il mondo della piacevolezza, ed ha un limite temporale che non gli permette deroghe, ripensamenti nè legami sul divenire.
Come ogni altra campagna promozionale e pubblicitaria, anche Pensa Ritmo... poi Inventa!, ha tutti i limiti storici della promozione e della pubblicità, cerca od ha cercato di essere piacevole, di vendere indirettamente l’obiettivo che si proponeva di vendere, di far partecipare in maniera discreta il pubblico, di coinvolgere, di farsi notare. Cose e fatti in parte raggiunti, in parte no, ma come tutte le cose complesse ha creato delle sorprese, in una specie di cammino a salire si è arricchita di fatti, di elementi, è divenuta un libro. Questa promozione si è voluta codificare nel libro.

Dalla prefazione:
«Pensa Ritmo... poi inventa»: questo slogan poteva sembrare la premessa per un concorso superficiale e velleitario, mentre si è rivelato in definitiva molto istruttivo.
Il fatto che decine di migliaia di concorrenti - delle più svariate provenienze - abbiano risposto al bando che li invitava ad esprimere una loro interpretazione della parola ritmo, con la speranza molto vaga d’un premio, dimostra che la stessa «image» di ritmo sollecitava l’attenzione delle più disparate persone.
Non solo, ma il fatto che parecchi noti pittori, fotografi, letterati, musicisti, autori di fumetti, appositamente invitati, abbiano offerto esempi d’una certa originalità e molto lontani gli uni dagli altri sia per la qualità artistica che per la resa iconografica e per la tematica scelta, ci dice che anche per questi protagonisti delle diverse arti, il richiamo del tema è stato molto forte.
Naturalmente il materiale raccolto e presentato è quanto mai discontinuo.
Il volume non può e non vuole essere una raccolta di documenti artistici irreprensibili, anzi desidera dare una visione molto ampia e molto diversificata di quanto oggi viene compiuto nei diversi settori della creatività.
Può dirci qualcosa sulle qualità inventive, fantastiche, interpretative, tanto di artisti notissimi e già celebri, quanto di dilettanti che sono ancora alle prime armi, ma che potranno forse costituire le nuove leve d’un’arte in divenire.
Lungi da me qualsiasi pretesa di avanzare un giudizio critico sulle opere presentate e sul loro livello.
Sarebbe del tutto superfluo e non aggiungerebbe nulla all’interesse d’una documentazione che «parla da sé» e di cui già i singoli presentatori hanno precisato la portata.
Credo, tuttavia, di poter affermare con tutta schiettezza e con parecchio stupore per l’inatteso risultato dell’operazione - come la stessa, che in apparenza poteva sembrare esclusivamente una campagna promozionale o una delle consuete imprese pubblicitarie, abbia finito per essere non solo una piacevole esemplificazione di documenti artistici di alto livello, ma soprattutto un test psicologico-estetico di notevole interesse, di cui era difficile prevedere la portata e che ci ha riservato e, speriamo, riserverà al lettore più d’una piacevole sorpresa.
Gillo Dorfles