Piero Bora. Lettere dall’Albertina 1932 - 1936 - di Bruno Pozzato

Dettagli prodotto :

• EDITORE: Ramella - Tipografi In Biella
  
• AUTORE: Bruno Pozzato
• ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1988

Pagine 197 - tavole a colori, fotografie in bianco e nero.
Copertina rigida in tela verde con sovraccoperta.
Libro in più che buone condizioni.

Presentazione:
Fra le non poche iniziative promosse dal Comune di Biella nel settore delle arti figurative tutte improntate a intendimenti informativi e culturali quella più articolata e impegnativa, riguardante il pittore Piero Bora (scomparso tragicamente sul fronte greco-albanese nel febbraio del 1941), merita un’attenzione particolare.
Non solo perché essa è patrocinata, oltre che dalla Città di Biella, anche dalla Regione Piemonte, dalla Provincia di Vercelli, dall’Accademia di Belle Arti Albertina di Torino e dalla Cassa di Risparmio di Biella, ma perché apre uno squarcio sul mondo biellese e piemontese degli anni Trenta e Quaranta del quale, forse, c’è ancora tanto da scoprire e da dire.
Il titolo di questa pubblicazione, «Piero Bora: lettere dall’Albertina 1932-1936» (che raccoglie una parte cospicua dell’epistolario del giovane artista chiavazzese negli anni accademici) e lo stesso titolo della mostra «Piero Bora nel suo tempo» (che assembla in sezioni separate ma correlate, dipinti, disegni, progetti per affreschi, manifesti, illustrazioni, proposte decorative, ornamentali, commemorative, propagandistiche, ecc.), dicono chiaramente gli scopi che il curatore del volume (e ordinatore della mostra) Bruno Pozzato si propone: rivisitare insieme alla produzione di uno dei più promettenti artisti biellesi (a cui la morte a 31 anni impedì di esprimersi in modo completo) un momento della nostra storia patria di straordinario interesse artistico e culturale, anche per i suoi risvolti politici.
Piero Bora, infatti, ci consente di «esplorare» senza preconcetti e senza bardature pesantemente ideologiche, quel periodo ormai sufficientemente lontano, attraverso i comportamenti di un rappresentante tipico di quelle generazioni che vissero il ventennio fascista o credendo in esso, come accadde appunto al giovane Bora, oppure scoprendone limiti e principi inaccettabili, come accadrà ad altri che gli sopravviveranno.
Il volume e la mostra che lo completa visivamente, possono costituire, perciò, uno stimolo alla riflessione critica, liberi dalle passioni che per troppo tempo hanno impedito di guardare al recente passato con la massima obiettività possibile. Forse, solo con questo coraggio, solo con questa testimonianza senza remore e con il distacco che è proprio dello storico, possiamo affermare che la libertà e la democrazia hanno vinto sul serio e, speriamo, definitivamente.
Giuliano Ramella
Assessore alla Cultura