Processo a Pietro Micca - di Massimino Scanzio Bais
Processo a Pietro Micca - di Massimino Scanzio Bais
Scorte ridotte: ne restano 1
Impossibile caricare la disponibilità di ritiro
Dettagli prodotto :
- EDITORE: Aglaia - Biella
- AUTORE: Massimino Scanzio Bais
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1974
Pagine 268 - illustrazioni in nero.
Copertina rigida.
Libro in buone condizioni con pagine un pochino scurite.
Dal retro copertina:
Chi era Pietro Micca?
Un eroe? un suicida? uno schizofrenico? Secondo un appunto del suo superiore diretto, generale Solaro Della Margherita, che ne farebbe un incauto nel maneggio degli esplosivi, si può giungere a pensare che avesse gettato incautamente il mozzicone di sigaretta, ignorando all’italiana il cartello «vietato fumare».
E come realmente si svolse il dramma umanissimo, al lume delle recenti scoperte nel sottosuolo della cittadella di Torino? Pietro Micca non morì sul colpo, ma fu udito lamentarsi.
Non c’era patria, non era di Torino; su diecimila difensori della città assediata, disertarono in duemilacinquanta, più di uno ogni cinque. Perchè e per chi si sacrificò?
La sua vedova si risposò con un disertore.
Questo libro esamina la figura di Pietro Micca con gli interrogativi assillanti che turbano le nuove generazioni, e ne riconsacra l’immagine per motivi dissimili da quelli tradizionali e retorici.
Non è una dissertazione accademica, ma un racconto avvincente, visto da dentro, delle vicende che interessarono l’Italia settentrionale a cavallo del ’700 e delle inutili interminabili guerre che la devastarono. Tante incongruenze degli italiani odierni ebbero origine allora.
Dalla presentazione di Gianni Oberto - Presidente Regione Piemonte:
Processo a Pietro Micca o a noi?
Il piccolo e semplice muratore di Sagliano Micca ci dà una grande lezione, che è prima ancora che eroica, solenne nella sua umiltà. Soldato nelle viscere della terra presidia un ingresso che preclude l’accesso al nemico nei camminamenti della cittadella. Suo dovere è di essere attento, fedele al compimento della consegna. Quando s’avvede che il nemico può rompere, penetrare, travolgere la difesa, dà fuoco alla miccia: sapeva che sarebbe stato travolto, ma aveva un dovere da compiere e lo compì, facendo dono della vita.
Nessuno potrà mai raccontare lo svolgersi drammatico di questo episodio perchè prima di appiccare Il fuoco alla miccia per far brillare la mina, a forza allontana il soldato che era con lui. Erano mesi e mesi che i francesi picchiavano contro i bastioni. Dirà in sintesi felice Nino Costa: « Scavà la min-a për intré ’d sorpreisa, j’anciôda ’I sacrifissi ’d Pietro Mica ».
Facciamo pure il processo alla retorica che si è fatta e si fa intorno al gesto di Pietro Micca, alla sua importanza, alla rilevanza che ebbe ai fini dell’assedio di Torino: resterà sempre scritta nella storia piemontese la sentenza che più conta e vale: è morto compiendo il suo dovere, resistendo, consapevole di compierlo. Il suo gesto era destinato a restare ignoto, a essere oggetto di interpretazione, di processo.
A questo punto una domanda, inquietante, appare proponibile: sappiamo noi piemontesi, suoi conterranei, fare il nostro dovere, oscuro e semplice che esso sia, costi quel che costi, come egli fece?
Regione Piemonte
Il Presidente
Gianni Oberto
Spedizione e Pagamento
Spedizione e Pagamento
Spediamo il libro entro due giorni lavorativi dalla ricezione del pagamento.
Maggiori informazioni sulle Spedizioni.
Accettiamo pagamenti con carte di credito, bonifico bancario, Pay Pal, Google Pay e Amazon Pay.
Maggiori informazioni su Come Ordinare.
