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Prolegomeni del primato - in due volumi

Prolegomeni del primato - in due volumi

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Dettagli prodotto :
  • EDITORE: UTET
  • AUTORE: Vincenzo Gioberti
  • ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1921 - 1926
  • COLLANA: Collezione di Classici Italiani - Serie II - vol. 33-34

Introduzione e note di Gustavo Balsamo-Crivelli.
Due volumetti di pagine 231 e 264 - con 4 tavole in nero.

Libro in buone condizioni (diverse pagine ancora da separare con un tagliacarte). Copertina rigida in tela color grigio chiaro con titoli color rosso al piatto e al dorso.

Nel ’’ Primato ’’ Vincenzo Gioberti rivela il suo pensiero politico basato su un progetto riformistico, moderato facente leva sugli antichi valori cristiani, che a suo giudizio hanno da sempre accomunato tutti gli italiani, il cui obiettivo era la creazione di una federazione nazionale dei vari stati della penisola sotto la presidenza del papa. Occorreva creare un movimento d’opinione che utilizzasse la forza del cattolicesimo e dei principi, per poi tradursi politicamente in un partito cattolico italiano, nazionale e moderno.
L’opera venne attaccata da destra dai gesuiti e da sinistra dai mazziniani repubblicani che lo accusarono di clericalismo. Per rispondere a questa accuse Gioberti scrive , opera pubblicata postuma a Bruxelles nel 1865, dove innanzitutto chiarisce che Il primato ’’ aveva la funzione di propagandare il progetto federativo e che quello che importava era la lega chiunque ne fosse poi il presidente, o il papa o il re di Sardegna .
Gioberti dunque è amareggiato dalle reazioni acutamente critiche che gli sono mosse dagli stessi ambienti ecclesiastici. Il fulcro del suo pensiero politico dunque sposta il baricentro sulla pubblica opinione come regina del mondo : inevitabile il riferimento alla classe borghese, classe sociale non più soltanto dirigente bensì anche dominante, l’unica realtà in grado di sopravvivere al mito del proletariato e all’aristocrazia reazionaria.
Ma chi avrebbe dovuto realizzare la lega? Secondo Gioberti sarà la forza dell’opinione pubblica che è incarnata dalla borghesia, ceto dialettico, per sua natura tendente alla moderazione e capace di assorbire gli opposti estremismi del patriziato e della plebe, per cui la borghesia è destinata a divenire ceto universale unico.

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