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Rodolfo Graziani fascista conteso. Il difficile rapporto con il MSI, gli sfuggenti contatti con il PCI, l’evoluzione del combattentismo nero (1947-1962)

Rodolfo Graziani fascista conteso. Il difficile rapporto con il MSI, gli sfuggenti contatti con il PCI, l’evoluzione del combattentismo nero (1947-1962)

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Dettagli prodotto :
  • EDITORE: Storia Ribelle - Biella
  • AUTORE: Alfredo Villano
  • ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2011

1^ edizione.
Pagine 240 - copertina flessibile con risvolti.
Libro come nuovo (lieve ammaccatura sul retro).

Rodolfo Graziani, il generale delle imprese coloniali africane, l’ex capo delle Forze Armate della RSI, uscito dal carcere il 29 agosto 1950, venne acclamato nel dicembre 1951 presidente della Federazione Nazionale Combattenti Repubblicani, l’associazione più rappresentativa dei militi di Salò. Egli, in poco tempo, riuscì a riunire la famiglia del combattentismo neofascista, proprio in virtù del consenso raccolto tra i reduci del Ventennio e per essere diventato, dopo un processo per collaborazionismo che aveva suscitato molte polemiche, la bandiera dei nostalgici di Mussolini. Invocato dagli intransigenti del MSI, delusi dalla svolta conservatrice della Fiamma, e guardato con sospetto dalla stessa dirigenza del partito, per la potenziale capacità di frantumazione degli equilibri tra le varie correnti, Graziani fu al centro di svariate controversie tra cui il famoso raduno di Arcinazzo. In realtà, tale esibizione celò l’infruttuoso tentativo, effettuato da alcuni esponenti degli arditi, di far accettare allo stesso Graziani una lista intercombattentistica da presentare alle elezioni politiche del 1953. Egli fu, dunque, un fascista conteso ma non soltanto nell’area dell’estrema destra. Lo stesso PCI, in vista di una possibile applicazione della Legge Scelba, cercò di coinvolgerlo in una articolata strategia che mirava, tramite l’infiltrazione dell’ambiente neofascista e della stessa FNCR, all’indebolimento del MSI. Questi ambigui e sfuggenti contatti, unitamente al clamoroso abbraccio di Arcinazzo del maggio 1953 con Giulio Andreotti, non incrinarono il rapporto con i suoi fedelissimi. Egli, infatti, continuò ad essere invitato a numerose manifestazioni elettorali missine, tanto da dover scrivere ai dirigenti della Fiamma di non essere un secondo S. Antonio. Le successive dimissioni del polemico Graziani dal MSI, rassegnate nel luglio 1954, non sconvolsero più di tanto la dirigenza missina. Vinta, infatti, la battaglia per la sopravvivenza, le figure che evocavano l’esperienza di Salò sarebbero state meno indispensabili nella futura strategia politica del MSI. Ciò non precluse alla Fiamma, in occasione dei funerali del Maresciallo, di organizzare una delle più riuscite manifestazioni neofasciste degli anni ’50. La devozione nei confronti della figura di Graziani non riuscì, tuttavia, a garantire l’unità della FNCR, organizzazione che, dopo la sua scomparsa, visse lunghi anni di scontri e lacerazioni per giungere poi ad una dolorosa scissione nel 1962.

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