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Tra Sesia e Ticino - Priuli & Verlucca

Tra Sesia e Ticino - Priuli & Verlucca

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Dettagli prodotto :

  • EDITORE: Priuli & Verlucca
  • AUTORE: Dino Garino (testo Di) - Alberto Vaudagna (fotografie Di)
  • ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1991
  • COLLANA: Piemonte - n. 04

Pagine 140 - fotografie a colori di Alberto Vaudagna.
Copertina rigida, cofanetto rigido illustrato (con un paio di graffi).
Testo in italiano ed inglese.
In buone condizioni.

Tra fiumi e laghi, per colline e montagne.
Tra il Sesia e il Ticino è la «dolce terra» novarese, un lembo della Pianura Padana che dalle risaie della Bassa giunge alle prime colline rivestite di vigne, arrivando a sfiorare bei laghi Maggiore e d’Orta. Due fiumi e due laghi che connettono il Novarese con le subregioni del Cusio e del Verbano e, oltre queste, con il reticolo delle valli ossolane e quindi con i rilievi alpini delle Pennine e delle Lepontine, dalla cima del Monte Rosa alla cuspide formazzina del Piemonte al confine con la Svizzera.
Un territorio che, per la suddivisione esemplare dei suoi 3594 chilometri di superficie tra il 22% di pianura e il 65% di montagna, con una fascia pedemontana e collinare intermedia che copre il restante 13%, costituisce un unicum morfologico nella geografia italiana, con un dislivello di oltre 4500 metri tra punti estremi della sua singolare forma allungata in senso meridiano, e nel bel mezzo bacini lacustri di incomparabile bellezza.
Da Biandrate a Galliate, da Momo a Vespolate, vive d’acqua l’ubertosa campagna della Bassa Novarese inondata dal complesso sistema idrico, che cumula il lavoro di otto secoli. Qui, lungo il multisecolare divenire della coltura del riso si è sviluppata un’autentica cultura della risaia, che ormai possiamo chiamare «civiltà». È la civiltà che ha disegnato il graticciato di argini che si distende a perdita d’occhio ben oltre il Sesia e il Ticino, su un terreno cui solo l’orizzonte mette confini provvisori a sud, mentre a settentrione sale di continuo, rosicchiando senza posa le baragge.
E la risaia che questa civiltà ha punteggiato di cascine, alle cui regolari architetture, che ristanno solatie tra acqua e cielo, hanno dato corpo ed anima innumerevoli generazioni: quelle più antiche che, nel lontano passato, accanto ad ogni castello e ad ogni pieve hanno impiantato una riseria, e quelle che nei tempi moderni hanno espresso una gente dalle doti inventive e dalle capacità tecniche e organizzative tali che, attraverso una molteplicità di iniziative industriali, commerciali e di servizi pubblici e privati, ha consolidato e tuttora va sviluppando nel Novarese una delle realtà economico-sociali più forti ed avanzate d’Italia.
Poco sopra, è la stessa simbiosi dell’agricoltura con l’industria a dare vita alle fertili piane cerealicole e alle ridenti colline che da Briona a Grignasco e da Oleggio a Borgomanero grondano vini prestigiosi, mentre intorno ferve l’attività, nei grandi opifici come nei piccoli stabilimenti delle più varie produzioni industriali, che testimoniano il prorompente vitalismo imprenditoriale degli abitanti.
Più a nord, tra colline che cedono presto alle montagne, il paesaggio del Cusio sfuma nell’accattivante malinconia che sale dal lago d’Orta, mentre il lago Maggiore offre il meglio di sé sulle sponde e sulle isole piemontesi al limite della provincia novarese, ove paesaggio, arte e clima, conferiscono al Verbano un’aria lussureggiante e un respiro di vacanza cosmopolita.
Poi è subito l’alta montagna a strapiombo sul Toce, che dal Passo di San Giacomo precipita alla Frua e scende a Domodossola vorticando negli orridi, salvo ad impigrirsi attorno al lago di Mergozzo, prima di buttarsi nel lago Maggiore col carico dei torrenti di tutte le valli ossolane: Formazza, Divedro, Devero, Vigezzo, Antigorio, Antrona, Anzasca e di Bognanco. È tutto un paesaggio a linee verticali che, invece di frantumare, esaltano il ricchissimo patrimonio di tradizioni antiche e di valori perenni che le genti walser e italica di questo crocevia alpino, tra il Vallese e il Canton Ticino, mantengono con lo stesso amore nel solco della loro storia fiera, prodigandosi di offrirlo, insieme alle loro arti peculiari, ai molti che qui salgono tra lo svettare delle abetaie a celebrare la liberazione dai miasmi del piano sulle nevi immacolate e sui pascoli in fiore.

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