Un altro altrove - di Marco Lojacono

• ISBN: 8882549933
• EDITORE: L’autore Libri Firenze
  
• AUTORE: Marco Lojacono
• ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2001
• COLLANA: Biblioteca ’80 - Poeti

Prefazione di Dario Pasero.
Pagine 78 - copertina morbida.
Libro in ottime condizioni (presente firma dell’Autore nella prima pagina bianca dopo la copertina).

Prefazione:
Leggere le poesie di Marco Lojacono significa lasciarsi trasportare in altri mondi e in altre terre, non tanto in senso geografico quanto in quello metafisico. La poesia viene vissuta dal nostro Autore come senso dell’altrove; essere qui ed ora, ma pensare di poter essere anche, e soprattutto, in un altro luogo mi rispecchio / ad Amsterdam, / per dir lontano / o in altro luogo (Notte di Luci). Salvo poi, una volta che realmente in questo luogo ci si possa essere, sentirsene annoiati, rifiutati, spesso nauseati.
È il caso della Sicilia: l’odiosamata terra del nostro poeta. La terra spesso evocata nei versi ora singhiozzanti ora celebranti, ma sempre odorosi di fiori diversi (i fiori dell’arancio / effluviano odore di zagara; Lontano). La terra spesso chiamata tra le righe e invocata in una chiave che è più mitica che concreta. La terra poi sempre allontanata, respinta, violata, come una donna che ha tradito ed alla quale, pur ancora amata, non si può più voler più bene (per chiamare in causa un altro poeta dell’ altrove come Catullo).
Certo, perché tutti (o quasi tutti) i veri poeti sono poeti dell’ altrove, con il loro aspettarsi chissà quali premi dalla poesia per ritrovarsi poi spesso con un pugno di mosche (o di alloro?) in mano.
I poeti che vagheggiano la donna amata o paesaggi di sogno e di splendore o ancora miti e visioni sublimi e poi, una volta ottenutili o almeno avvicinatisi, ne rifuggono, spesso sdegnati, o comunque li accettano con un senso di colpa o di rimorso, che sembra far loro intendere come l’abbraccio alla poesia sia un abbraccio inquietante che può eliminare dalla vita del poeta l’abbraccio di qualunque altra passione.
Poesia dell’ altrove, ma anche poesia come fuoco che divora, che consuma, che ischeletrisce l’anima di chi vi si dedica con passione, una passione quasi religiosa, spesso divina, sempre divorante...