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Versailles. Visita del castello, di giardini e di Trianon; descrizione e piante complete

Versailles. Visita del castello, di giardini e di Trianon; descrizione e piante complete

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Dettagli prodotto :

  • EDITORE: Editions D’art Lys
  • AUTORE: Daniel Meyer
  • ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1995

Pagine 96 - fotografie a colori.
Copertina morbida con lievi segni d’uso al dorso).
Libro in buone condizioni.

Introduzione:
Il nome di Versailles risuona attraverso il mondo come quello del castello più vasto e più sontuoso costruito da un sovrano. Nello spirito del visitatore, che non è molto al corrente degli avvenimenti della Storia della Francia, i nomi di Luigi XIV e di Maria Antonietta si confondono e, troppo spesso, si trascurano gli altri re, principi e regine che abitarono in questi luoghi. Talvolta, in un desiderio di simbolismo troppo elaborato e creato a posteriori, certi autori tentano di spiegare Versailles come una raffigurazione del mito solare, col pretesto che Luigi XIV fu chiamato il Re Sole (alcuni dei suoi antenati erano già stati chiamati così), e che la sua camera da letto fu collocata al centro geometrico del castello.
In realtà, è altrove che bisognerebbe ricercare l’importanza di Versailles e dei suoi abitanti. Più che un simbolo solare, Versailles fu il simbolo della Monarchia detta d’Ancien Régime o assoluta, e che sarebbe più indovinato chiamare di diritto divino e personale.
Stranamente è a Versailles che, durante la giornata dei Dupes, nel 1630, Luigi XIII, in un padiglione di caccia presto sostituito da un piccolo castello, rinforzò i poteri del Cardinale Richelieu, tutto imbevuto della potenza reale, come lo era stato Enrico IV, primo sovrano che venne a cacciare nei boschi di Versailles. E’ sempre a Versailles che, nel 1789, si riunirono per l’ultima volta gli Stati Generali e che iniziò l’agonia dell’antica monarchia dei Capetingi, che regnava sulla Francia dal 987.
Tra il 1630 e il 1789, il castello s’ingrandì e il parco prese forma, mentre si edificava una città nuova. Del padiglione di caccia di Luigi XIII, Luigi XIV fece una casa di campagna sempre più grande, sempre più sfarzosa, fino a quando decise, nell’aprile del 1682, di fare di Versailles la sua capitale. Nel frattempo, gli architetti Levau e Hardouin-Mansart, il pittore Lebrun e il paesaggista Le Nôtre lasceranno l’impronta del loro talento. Tuttavia, l’influenza del Re sarà determinante: dalla madre Anna d’Austria e dalla nonna Maria dei Medici, Luigi XIV ha ereditato il gusto delle arti plastiche; da suo padre Luigi XIII, che ha conosciuto poco e di cui non ha sentito parlare molto, ha ricevuto il gusto della musica e del buon governo, principio ricercato praticamente da tutti i suoi antenati fin dalla creazione della Monarchia Francese.
Il suo pronipote Luigi XV, che gli succedette nel 1715, decise di trasformare l’architettura del castello solo alla fine del suo regno, nel 1770. Ereditò, tuttavia, l’inclinazione del suo antenato per le arti, di cui gli appartamenti interni ne sono una testimonianza. Aveva anche il senso della segretezza in politica come i suoi antenati italiani Medici o della Casa Savoia. E’ appunto nei suoi Gabinetti Interni, al sicuro dalle indiscrezioni della Corte che colui che fu chiamato il Beneamato prese alcune decisioni molto importanti. Ma non trascurò, per questo, l’etichetta, regolata dal suo predecessore, nè una vita di famiglia che gli rammentavano una Regina un po’ trascurata e soprattutto delle figlie particolarmente adorate dal padre.
Infine, Luigi XVI, nipote e successore di Luigi XV, il cui regno fu sfortunatamente interrotto dalla Rivoluzione, ereditò dal nonno Augusto di Sassonia, Re di Polonia, la sua forza erculea; inoltre, dai suoi antenati Borboni, ricevette non solo una passione molto pronunciata per la caccia, ma anche un vivo interesse per le scienze. Al suo fianco, Maria Antonietta, figlia dell’ex-duca di Lorena diventato Imperatore, e dunque pronipote del fratello di Luigi XIV e della famosa Principessa Palatina, impresse Versailles con il suo amore per la musica, che ereditò dagli Asburgo d’Austria e da Luigi XIII.
Oltre la storia dell’Arte dei secoli XVII e XVIII, la visita di Versailles c’invita dunque a conoscere meglio la Francia di un tempo.

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