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Biella Oropa. Tra terra e cielo - di Marco Veronese - De Alessi Editore

Biella Oropa. Tra terra e cielo - di Marco Veronese - De Alessi Editore

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Dettagli prodotto :

  • EDITORE: Giancarlo De Alessi Editore - Biella
  • AUTORE: Milena Bora De Alessi E Giorgio Lozia (testi Di) - Marco Veronese (foto Di)
  • ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1992

Pagine 165 - fotografie di Marco Veronese quasi tutte a colori.
Testo in italiano, inglese e tedesco.
Copertina rigida con sovraccoperta.
Libro in più che buone condizioni.

Libro fotografico con una breve introduzione di Pier Francesco Gasparetto e due pagine dedicate alla storia di Biella ed alla storia di Oropa tratte dal libro «Il Biellese, ambiente, uomini, opere» di P. Torrione e V. Crovella (1963).

Biella:
L’odierno nome di Biella deriva da «Bugella». Esso appare la prima volta nell’atto di donazione fatta dagli Imperatori Ludovico il Pio e Lotario, il 10 luglio 826, al Conte Bosone.
Incerta, ma antichissima invece è l’origine della città. Ritrovamenti archeologici effettuati alla Burcina nel maggio 1959 portarono alla scoperta dei resti di un castelliere gallico risalente alla II età del ferro, periodo La Tène (V sec. a.C.) confermando così l’ipotesi avanzata dagli storici del secolo scorso sull’origine celtica di Biella. I Celti non furono però i primi abitatori di questi luoghi. Essi si fusero con gruppi preesistenti di Liguri. Al tempo della potenza e dell’espansione Romana, Biella era già un fiorente centro abitato.
Intorno al IV-V secolo si formarono in Biella i primi nuclei cristiani.
I ricordi delle invasioni barbariche sono andati in gran parte distrutti e per conoscere le condizioni di Biella in tale travagliato tempo bisogna giungere fino alla caduta del dominio Longobardo. È di questo tempo il più bel monumento dell’antichità e del prestigio di Biella: si tratta del suo Battistero.
Il documento scritto più antico nel quale viene menzionata Biella è un diploma dell’826 degli Imperatori del Sacro Romano Impero, Ludovico il Pio e Lotario. Si tratta della donazione della «Corte di Biella», nel pago dei Vittimuli, fatta dai predetti Imperatori al loro messo il Conte Bosone.
Nel X sec. incomincia ad esercitare la sua influenza sugli uomini di Biella il capitolo di S. Stefano, desideroso di sostituire la propria autorità alla Signoria Vescovile, favorendo lo sviluppo in senso autonomo della vicinia che Intorno alla Chiesa di S. Stefano si stava formando, creando così quel nucleo che doveva dare origine al Comune. Questo stato di cose indusse nel 1160 il Vescovo Uguccione a fondare un nuovo abitato nella località detta Piazzo, in posizione più alta. Dotando la nuova comunità di ampi privilegi, ne faceva un feudo ligio, investendone i biellesi stessi, con l’obbligo di abitarlo.
La città, nel 1379, si faceva accogliere sotto la tutela del Conte Verde per una durata di trent’anni passando così sotto la signoria di Casa Savoia. Nel 1772 fu eretta in sede vescovile per interessamento di Carlo Emanuele III. Da allora in poi segui tutte le vicende del Piemonte: fu occupata dai repubblicani francesi nel 1798. II 14 dicembre dello stesso anno in mezzo ad una esplosione di entusiasmo, di canti e di speranze come se fosse apparsa un’era di felicità, nella piazza di S. Stefano i biellesi innalzarono «l’albero della libertà». Poi vennero gli Austro-Russi, e dopo Marengo fu incorporata alla Francia, fino a quando il Congresso di Vienna non riunì Biella alla corona dei Savoia
L’otto maggio del 1859 Biella è occupata per poco tempo da truppe austriache giunte in citta disfatte dalla stanchezza e costrette a partire incalzate dal condottiero leggendario Giuseppe Garibaldi giunto tra noi il 18 maggio. Siamo così entrati nel cuore del Risorgimento e le vicende di Biella si dissolvono nella gloriosa epopea che contò fra i maggiori protagonisti due illustri concittadini Alfonso Lamarmora e Quintino Sella. Nessun avvenimento di particolare importanza caratterizzò la vita cittadina durante i 50 anni trascorsi dal periodo del Risorgimento all’avvento del fascismo.
Nel 1943 la città venne occupata dai tedeschi e il 24 aprile 1945 venne liberata dai Partigiani.

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