Arcipelago Gulag - Mondadori - 1974
Arcipelago Gulag - Mondadori - 1974
Esaurito
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EDITORE: Arnoldo Mondadori Editore
- AUTORE: Aleksandr Solzenicyn
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1974
- COLLANA: Saggi
1^ edizione maggio 1974.
Pag. 607 - copertina morbida.
Libro in buone condizioni.
GULag è la sigla dell’organismo statale (Amministrazione generale dei lager) che gestisce il sistema concentrazionario nell’URSS: prigioni di transito, carceri, « isolatori » politici, campi di lavoro forzato, luoghi di confino e di esilio interno. Dal Circolo polare artico alle steppe del Caspio, dalla Moldavia all’Estremo Oriente, dalle grandi città industriali alle miniere d’oro di Kolyma in Siberia, le « isole » del GULag formano un invisibile arcipelago. Lo hanno popolato milioni di cittadini sovietici: là è vissuta o ha trovato fine o si è formata un’« altra » Russia, quella di cui non parlano le versioni ufficiali, e di cui questo libro tenta per la prima volta di scrivere la storia.
« Un uomo solo non avrebbe potuto creare questo libro » avverte Solženicyn fin dalle prime pagine, e precisa che sono state 227 testimonianze (documenti, ricordi e lettere) di ex abitanti delle «isole» a fornirgli il materiale di base per il suo lavoro: « un monumento eretto da amici in memoria di tutti i martoriati e uccisi ». In un fitto intreccio di esperienze dirette di Solženicyn, di apporti memorialistici, di minuziose ricostruzioni dove non un solo nome o luogo o episodio è fittizio, Arcipelago GULag è così, innanzitutto, una tragica cronaca di quella che è stata la vita del popolo sovietico « del sottosuolo » dal 1918 al 1956.
Con un impeto morale degno della più alta tradizione letteraria russa, questa trascinante fiumana narrativa e documentaria s’impone come un implacabile « j’accuse» corale contro la teorizzazione e la pratica del terrorismo di massa dall’ascesa di Lenin al potere, alla lunga autocrazia di Stalin e oltre. Ed è qui il significato più profondo dell’opera, che getta squarci di luce non solo sul passato, ma sul presente e sull’avvenire dell’Unione Sovietica. Il terrore staliniano non fu un’aberrazione storica: già insito nel sistema di potere assoluto istituito da Lenin, è un cancro che continua a corrompere il paese. « L’idea stessa della violenza esercitata da uomini su altri uomini deve essere pubblicamente condannata », dice Solženicyn. Requisitoria sull’impossibiltà di tacere, di non mettere in discussione un passato che tende ineluttabilmente a rigenerarsi finché non venga consapevolmente estirpato, Arcipelago GULag trasmette un messaggio universale, che non riguarda solo i dirigenti e i popoli sovietici: come ha detto un altro coraggioso difensore dei diritti dell’uomo, lo scienziato Sacharov, « la verità su quanto è avvenuto nel l’URSS è necessaria per tutti gli uomini della terra ».
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