Caesar. L’italiano che dominò il mondo
Caesar. L’italiano che dominò il mondo
Scorte ridotte: ne restano 1
- ISBN: 9788804524564
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EDITORE: Mondadori
- AUTORE: Max Gallo
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2004
- COLLANA: Omnibus
1^ edizione febbraio 2004.
Pag. 408 - Copertina rigida con sovraccoperta (con lievi segni d’uso al bordo superiore al dorso ed al retro).
Libro in più che buone condizioni.
Per oltre quattro secoli l’onnipotente impero romano domina su gran parte delle terre conosciute. Le pietre angolari di questa stupefacente compagine statale, multietnica e viva di innumerevoli culture, vengono poste da un uomo solo, un uomo di eccezionali doti e carisma, riservato e ambizioso, e capace di farsi anche amare: Caio Giulio Cesare. Cesare, che sconfigge l’orgoglioso Vercingetorige, che seduce la splendida Cleopatra, il valente scrittore, l’oratore facondo, lo stratega impareggiabile. Ma quali straordinarie risorse di energia e coraggio, abilità politica e militare deve possedere per conquistare da solo territori immensi, dalle Alpi alle Ardenne, dai Pirenei al Mare del Nord, soggiogando nel contempo l’intero mondo mediterraneo dell’Oriente? Non solo: riesce a portare a termine questa impresa combattendo vittoriosamente una guerra civile contro Pompeo. Sposato più volte, a capo di eserciti a lui fedeli fino all’estremo sacrificio, non insensibile alle attenzioni di giovani e attraenti segretari, Cesare resta però un eroe solitario: anche durante i bagni di folla che si celebrano nell’Urbe, in mezzo al popolo che lo acclama perché ha saputo togliere ai ricchi per dare ai poveri e distribuire terre ai veterani delle legioni, è solo. E per ciò stesso sempre in pericolo. Ma Cesare ama il rischio.
Tutta questa gloria acquisita, tutta questa venerazione che sarebbe da tributarsi più a un dio che a un essere umano possono però far perdere il senso della realtà. Assiso sul suo trono, dittatore e console a vita, pontefice massimo e imperator, Cesare, accecato dai suoi trionfi, non sa scorgere i pugnali che lo minacciano nell’ombra.
Svetonio, l’autore delle Vite dei dodici Cesari, scrive nell’ultimo capitolo dedicato a Caio Giulio: Mori nel suo cinquantaseiesimo anno di età e fu annoverato tra gli dèi... Durante i primi giochi celebrati in suo onore dopo l’apoteosi da Augusto suo erede, una cometa apparsa verso l’undicesima ora brillò per sette giorni consecutivi e si credette che fosse l’anima di Cesare assunta in cielo. È per questo motivo che lo si rappresenta con una stella sopra il capo. Quanto ai suoi assassini, nessuno gli sopravvisse per più di tre anni, e nessuno perì per cause naturali... Alcuni di loro si diedero la morte con lo stesso pugnale con il quale avevano osato colpirlo.
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