Capriccio italiano - di Edoardo Sanguineti

• EDITORE: Feltrinelli
  
• AUTORE: Edoardo Sanguineti
• ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1973
• COLLANA: I narratori di Feltrinelli - n. 81

Pag. 215 - Copertina rigida con sovraccoperta.
Libro in buone condizioni (presenti firma di appartenenza e data nella prima pagina bianca dopo la copertina).

La narrazione, onirica e trasfigurata, di una concretissima crisi coniugale che l’io narrante, Edoardo, e la moglie Luciana attraversano mentre sono in attesa del terzo figlio. Dopo una festa nella sala da ballo di un albergo, la coppia si ritira nella propria stanza. Al risveglio Edoardo scopre che la moglie, scomparsa dal letto, è stata vittima di un misterioso incidente. Nell’accorrere nel luogo in cui è ricoverata, precipita in una serie di avventure in cui la dimensione onirica si infiltra nel reale e ne prende il sopravvento: porte, passaggi, cunicoli cavernosi collegano a luoghi del vissuto e dell’immaginato, a passate esperienze erotiche, a momenti della vita coniugale, alla trasformazione in un uccello. Un vero e proprio viaggio attraverso dimensioni diverse, in cui piani narrativi e temporali si intrecciano, la realtà si alterna e si confonde con il sogno, fino a culminare e risolversi nella nascita del figlio - evento cruciale grazie al quale, insieme alla crisi che aveva spaccato la coppia, anche la narrazione troverà una sua ricomposizione.

Dal retro copertina:
Di tutte le opere della nuova avanguardia italiana, quella che al suo apparire strappo più urla di dolore ai benpensanti fu proprio Capriccio italiano. Ci s’era messo anche l’editore, a dar loro dei dispiaceri, presentando il libro con il rilievo che le doti dell’autore e un certo fiuto per la direzione del vento gli meritavano. Successero cose indescrivibili, in pubblico e in privato: e c’è da credere che, a taluno, ricordargli quei trascorsi non possa non dispiacere oggi che Sanguineti è riverito e stimato e osannato. Un critico che andava per la maggiore scrisse chiaro chiaro che nel libro non c’è immaginazione nè estro, non si incontra una traccia d’intelligenza o di senso della realtà; e un altro arrivò a pubblicare su un giornale una lettera aperta a un poetino emiliano, che sarebbe poi diventato giustamente il simbolo della banalità letteraria italiana, consolandolo per il senso di frustrazione che sentiva al non volere morire per Sanguineti.
Capriccio italiano poi, naturalmente, ebbe successo; e con esso l’avanguardia; e molte cose cambiarono anche nella letteratura italiana, benchè forse meno di quante sarebbe stato auspicabile; ebbe più edizioni, fu tradotto in francese, in tedesco, in inglese, ecc. ecc. e adesso è considerato davvero un classico di questo tipo di letteratura.