Clero e mutuo soccorso in età giolittiana. Le origini della Faci nell’arcidiocesi di Vercelli

• EDITORE: Società Storica Vercellese
  
• AUTORE: Flavio Quaranta
• ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2013

Pagine 255 - fotografie in bianco e nero.
Copertina morbida.
Libro in più che buone condizioni.

Il saggio del dr. Quaranta, nel quadro del più ampio obiettivo delle origini della previdenza sociale in Italia, mette in luce la partecipazione vivace e sofferta del clero della Provincia ecclesiastica di Vercelli fin dai primi anni del Novecento, all’azione sociale collettiva diretta ad ottenere dallo Stato tutela previdenziale e assistenziale e a difendere con vibrata energia la propria dignità, sfociata poi, nel 1917, nella nascita della Federazione che unisce le associazioni presbiteriali diocesane in un unico sodalizio nazionale, la Faci.
Dopo il 1917 la Faci raccoglierà in sé la rappresentatività delle categorie del clero italiano in tutti i rapporti patrimoniali, unirà i movimenti sorti a livello periferico e darà vigore più efficace con una forza contrattuale di massa alle istanze di base. Le associazioni della Provincia ecclesiastica di Vercelli saranno ancora in prima linea attraverso l’opera personale di alcuni suoi associati. Rilevante risonanza ebbe l’intervento del presidente dell’Associazione di mutua assistenza tra il clero novarese, mons. Ugo Poletti (futuro presidente della Cei e cardinale vicario del Papa nella diocesi di Roma), al congresso nazionale dei delegati Faci, tenutosi a Roma nel marzo del 1957, quattro anni prima della promulgazione della legge n. 579 / 1961.
La presente pubblicazione del dr. Quaranta, frutto di anni di ricerche svolte presso biblioteche e archivi con pazienza certosina e illuminato rigore, documenta l’arte sacerdotale di tendere la mano con umiltà e dolcezza senza perdere la speranza della giustizia e continuando ad amare, con la chiarezza dell’esposizione illumina elementari principi di fondo e libera il terreno da ostacoli che stanno esasperando l’attuale momento storico. Pagine intense, spesso drammaticamente venate di sofferenza, nelle quali emergono grandi valori come la fecondità dell’amore solidale e fraterno, la forza dell’unità, il merito della povertà e della pazienza tollerante, l’attenzione al clero beneficiato e non congruato, l’apertura antesignana verso forme assistenziali, la dignità di fronte alle insolenze e alla menzogna. Luminosa testimonianza dei presbiteri che il dr. Quaranta mette in luce con una diagnosi sempre rispettosa ed equilibrata, anche quando il rigore della verità storica comporta affermazioni delicate. Stile e sensibilità non fanno dimenticare all’autore l’esigenza di ricomporre l’apparente frattura fra il trascendente e l’immanente.
Emergono grandi figure di vescovi e di sacerdoti: al di sopra di tutti l’Arcivescovo metropolita di Vercelli, mons. Valfrè di Bonzo, più tardi insignito della porpora cardinalizia, mons. Gorrino e il can. Luca Marucchi di Vercelli, mons. Delsignore, vicario generale di Novara. Anche sotto il profilo giuridico l’opera è apprezzabile, non solo per le pagine dedicate alla complessa materia delle leggi eversive italiane dell’Ottocento: sorprendente il quadro delle prime disposizioni statutarie dell’associazione vercellese che anticipa di oltre mezzo secolo buona parte della normativa della legge 5 luglio 1961, n. 579.
Nel lettore rimane un’immagine che trasfigura la socialità dell’interesse e lo colloca in una sfera sempre alta che non cancella il senso ultimo dello spirito e della missione sacerdotale. È lontano dell’autenticità dell’amore un rapporto muto, senza linguaggio. Il dr. Quaranta fa parlare la storia. Un dialogo generazionale, che consente ai sacerdoti che l’hanno iniziato di offrirci il dono della loro fatica e a noi che ne godiamo di conoscerla e di ricordarla con gratitudine.
È sincero l’auspicio che queste pagine siano semente di comunione e di solidarietà fra i presbiteri e nella comunità ecclesiale.
Dalla prefazione di Mons. Luigino Trivero