Elena di Savoia. Storia e segreti di un matrimonio reale
Elena di Savoia. Storia e segreti di un matrimonio reale
Scorte ridotte: ne restano 1
- ISBN: 8818570110
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EDITORE: Rusconi
- AUTORE: Renato Barneschi
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1986
- COLLANA: Gente nel tempo
Pagine 319 - con 28 pagine di fotografie in bianco e nero fuori testo.
Copertina rigida con sovraccoperta ( con qualche segno d’uso ).
Libro in buone condizioni ma con tracce di umidità al bordo superiore ( foto n. 2 ).
Dietro un matrimonio reale si nasconde, non di rado, una rete di manovre diplomatiche e di opportunità fondate sulla «ragion di Stato». Anche nell’unione fra Elena di Montenegro e Vittorio Emanuele di Savoia intervennero trame nascoste e strategie di corridoio? È la prima domanda al la quale Renato Barneschi risponde in questo libro, approfondita e assai documentata ricostruzione storica della vicenda d’amore fra Elena Petrovich Njegosh, dal 1900 regina d’Italia al fianco di re Vittorio Emanuele III.
Perché, per quali congiunture e suggestioni, l’affascinante, alta «pastora» balcanica aveva sposato il piccolo, timido rampollo di Casa Savoia? Fu la stessa Elena, verso il tramonto della sua vita, a confessarlo: «... Resta intanto ben fermo che io vidi Vittorio Emanuele all’esposizione di Venezia [1895] e che ci volemmo bene nella maniera più romantica e bella». Era vero.
Il «miracolo» di quel matrimonio consiste nel fatto che i due principi furono sempre ignari di quanto si andava tramando alle loro spalle. Lo spregiudicato «copione» di Francesco Crispi aveva condotto i due giovani a Venezia; il suo intento, approvato dalla regina Margherita, era duplice: rafforzare la stirpe dei Savoia e rinsaldare la posizione dell’Italia nei Balcani.. Certo, i sentimenti fra Elena e Vittorio Emanuele, benché auspicati dall’astuto prime ministro, non potevano venir programmati. Ma essi nacquero spontaneamente.
La storia d’amore proseguì, semplice e intensa, al di sopra della politica. La bellissima principessa bruna, la figlia del re pastore-guerriero, la montenegrina che qualcuno aveva sprezzantemente definito « la caldarrostaia », aveva in realtà il carattere, le doti e lo stile della regina autentica. Fu una grande regina, come confermano tutti i testimoni intervistati da Barneschi, perché fu una grande donna. E lo dimostrò in ogni occasione, a cominciare dal terremoto di Messina, nel 1908, quando organizzò soccorsi e ospedali senza arretrare davanti a difficoltà e pericoli.
Ma fu nelle piccole cose quotidiane che maggiormente si rivelò la sua personalità. Buona, generosa, di gusti semplici, Elena aveva portato in Casa Savoia la virtù teologale della carità. Madre straordinaria e originale, non insegnò semplicemente alle figlie come «diventare principesse », quanto piuttosto come studiare, lavorare, usare la macchina per cucire.
Era naturalmente e nobilmente pacifista. Agli inizi del secondo conflitto mondiale tentò di evitare la strage inviando appelli alle sovrane che in quegli anni erano sul trono. Ma i suoi inviti alla pace vennero frustrati dall’intervento di Mussolini, che ne impedì l’inoltro.
Morì nel 1952, esule in terra francese, ma non di menticata.
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