Gabbie vuote. Processi per omicidio a Palermo dal 1983 al maxiprocesso

• ISBN: 9788820472320
• EDITORE: Franco Angeli
  
• AUTORE: Giorgio Chinnici, Umberto Santino, Giovanni La Fiura, Ugo Adragna
• ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1992
• COLLANA: Politica-Studi

1^ edizione 1992.
Pag. 224 - Copertina morbida, con segni d’uso al piatto e al bordo.
Libro in buone condizioni.

La ricerca pubblicata in questo volume completa l’analisi sull’omicidio a Palermo già svolta da Giorgio Chinnici e Umberto Santino, nell’ambito del progetto Mafia e società del Centro Impastato, e pubblicata nel volume La violenza programmata, edito da Franco Angeli nel 1989 e ristampato nel 1991.
Nel volume precedente l’analisi aveva un taglio prevalentemente vittimologico, mentre la ricerca attuale, svolta dal Centro Impastato su commissione del Centro Terranova, si rivolge agli autori dei delitti. Sono stati esaminati gli atti processuali del tribunale di Palermo del periodo 1983-1987, ma per il rilievo che ha assunto il cosiddetto «maxiprocesso» si è andati oltre il limite tematico (i procedimenti riguardanti i delitti di sangue) e temporale del progetto di ricerca.
Invece di presentare un unico rapporto finale, il gruppo di lavoro ha preferito approntare quattro saggi, di cui il primo, di Giorgio Chinnici, offre il quadro generale, presentando i risultati della ricerca; il secondo, di Umberto Santino, è dedicato allo studio degli aspetti più significativi del maxiprocesso; il terzo, di Giovanni La Fiura, studia più dettagliatamente un aspetto cruciale del maxiprocesso qual è quello dei «pentiti»; il quarto, di Ugo Adragna, affronta le problematiche nascenti dal nuovo codice di procedura penale in materia di connessione processuale.
La ricerca vuole essere insieme un’analisi documentata di una realtà così grave e complessa, eppure pochissimo studiata, qual è il processo per omicidio, e in particolare per delitti di mafia, e un contributo al dibattito sul processo penale, che ha accompagnato la pubblicazione del nuovo codice. Un dibattito che dovrà continuare, con un adeguato approfondimento, se si tiene conto anche della gravità di fatti recenti che hanno portato alla scarcerazione di imputati già condannati con il massimo della pena tanto in primo grado che in appello.