Il Cervino e le sue guide - Musumeci e Bini Editori
Il Cervino e le sue guide - Musumeci e Bini Editori
Scorte ridotte: ne restano 1
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EDITORE: Musumeci E Bini Editori
- AUTORE: Giuseppina Simonetti - Giorgina Vicquéry (Testi Di) - Fotografie Di Gianfranco Bini
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1986
Pagine 207 - con fotografie a colori di Gianfranco Bini.
Libro in buone condizioni (piccolo strappo di circa 8 millimetri al dorso al bordo superiore riparato con nastro trasparente), cofanetto rigido in tela di color azzurro con lievi segni d’uso.
Scalare il Cervino, se lo si ama, è come visitare un Santuario. Ha la sua via crucis. La sua Passione. Sulla vetta ha il suo altare: fatto di pietra, di cielo, di vento, di storie.
Scalandolo, cercavo le sue croci, le sue tragedie, le sue vittorie. Ogni tiro di corda, un nome incollato per sempre su quelle sue pietre.
Sentivo il battito della vita.
È una montagna viva, che gli uomini hanno fatto grande. Su queste rocce, i morti ed i vivi non muoiono mai. Rivivono sempre nel dono del tempo.
La felicità che mi ha dato è stata grande, e l’ho vissuta.
Ciò che ricordo con più nostalgia di quella scalata è la determinazione con cui agivo, il desiderio che mi animava di scoprire il nuovo, il mistero e l’ignoto. La gioia di farlo poi conoscere agli altri attraverso le mie immagini, questo grande respiro del tempo. Era un mio sogno. Voluto, realizzato.
Oggi si fraintende tutto, non si capisce che la montagna resta sempre la montagna; è l’uomo con la sua violenza che deve cambiare. Si scala con il cronometro: più veloci si è, più si è bravi.
È la legge non scritta, ma implacabile e buia, di una cultura che non sa scoprire ed amare la sua stessa gente ma persegue l’errore per esaltarsi. Forse siamo troppo lontani da ciò che fummo.
E pensare che basta fermarsi un attimo, concentrare lo sguardo tra gli orizzonti che si rincorrono liberi fino alle radici del cielo, ascoltare le voci segrete del vento: solo così l’uomo ritrova l’uomo, e la montagna una ragione di essere.
Le guide lo sanno: sono un soffio caldo e commovente di epoche e di credenze passate, presenti, future. Le loro radici affondano in questa grande montagna, e le ritrovi nei gesti, nei volti, nel loro stesso raccontare. Uomini in cui l’emozione ha come il pudore di esibirsi e si nasconde tutta dentro i muscoli, le ossa, gli sguardi.
Poi parlano, e non nascondono ciò che essi sono veramente, quel loro cercare la libertà dove si trova. Essi non soffocano la loro fede, né i sentimenti più intimi. Senza queste cose, le altre
sono perdute. In ognuno di loro, una misura di dignità.
Un grazie ad Antonio Carrel, a Giuseppina Simonetti, a Giorgina Vicquéry. Sono giunti sfiniti alla conclusione di questo libro. La loro grande vena umana scorre ormai tra queste pagine. Grazie a tutti e tre.
Ci siamo innamorati di una cosa troppo grande? Eppure, io la farei di nuovo.
Realizzai il sogno del Cervino tre mesi dopo la morte di mio padre.
Ora lo dedico a mia sorella, ai miei morti, a tutti i morti del Cervino.
Gianfranco Bini
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