Il treno dell’oro. Come fu rubato l’oro degli ebrei ungheresi: una storia del tutto incredibile e assolutamente vera
Il treno dell’oro. Come fu rubato l’oro degli ebrei ungheresi: una storia del tutto incredibile e assolutamente vera
Esaurito
- ISBN: 9788830419445
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EDITORE: 9788830419445
- AUTORE: Ronald W. Zweig
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2003
- COLLANA: Il Cammeo - vol. 393
Pagine 384 - con 16 pagine di fotografie in bianco e nero fuori testo.
Copertina rigida con sovraccoperta ( ha solamente una targhetta prezzo sul retro ).
Libro in più che buone condizioni condizioni con pagine un pochino scurite.
Quella del Treno dell’Oro è la storia di un treno fra i tanti, diverso però da tutti gli altri. Il treno, partito da Budapest e diretto in Austria, impiegò, nei primi mesi del 1945, quattordici settimane per completare un viaggio che di solito si fa in meno di mezza giornata. Il treno conteneva gran parte della ricchezza trasportabile degli ebrei ungheresi. Lingotti d’oro, fedi nuziali, orologi, gioielli, oggetti d’argento, contanti, collezioni di francobolli, macchine fotografiche, binocoli, perfino tappeti persiani e mobili di pregio: abbastanza da riempire un treno merci di quasi cinquanta vagoni, per un valore stimato in un miliardo e 300 milioni di euro (oltre 2500 miliardi di vecchie lire). Agli ordini di un gerarca ungherese che viaggiava con familiari, camerati e altri valori depredati a bordo di sei automobili, il convoglio vagò per molti giorni prima di fermarsi non lontano da Berchtesgaden, in Baviera, per finire dapprima nelle mani degli americani, poi delle autorità d’occupazione francesi. La parte ancora utilizzabile del bottino fu venduta all’asta nel 1948, fruttando meno di 5 milioni di euro. Da allora, il silenzio e il passare del tempo hanno alimentato molti miti, tuttora diffusi. Due, in particolare, hanno condannato la verità, e con essa l’ebraismo ungherese, a un destino asservito a molteplici interessi: la fantasia che tutti gli ebrei fossero ricchi e la convinzione di poter spogliare una comunità del benessere economico per trasferirlo semplicemente a un’altra. Peraltro, qualsiasi stima, per quanto accurata, non poteva quantificare il valore affettivo, del tutto incalcolabile, di oggetti personali appartenuti a ottocentomila esseri umani. Anche il loro valore venale era legato a un tessuto sociale e culturale annientato dall’Olocausto.
Il presente volume, frutto di quindici anni di interviste e ricerche, spesso avventurose, in archivi ufficiali e privati, racconta l’incredibile storia del treno, i personaggi che l’organizzarono e poi scomparvero nel nulla, la sorte del favoloso tesoro e i motivi per cui ben poco si è saputo sull’argomento. I nuovi documenti ora disponibili permettono di separare una volta per tutte i fatti dalle invenzioni e di mettere la parola fine a un terribile episodio riguardante gli ultimi mesi della seconda guerra mondiale.
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