Inferno a Cassino. La battaglia per Roma

• EDITORE: Mursia
  
• AUTORE: Harold L. Bond
• ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1965
• COLLANA: Testimonianze fra Cronaca e Storia

Pagine 271- con 34 fotografie in bianco e nero fuori testo e 4 cartine.
Copertina rigida con sovraccoperta (abbastanza scurita).
Libro in buone condizioni ma con pagine un po’ brunite.

Inferno a Cassino è il resoconto, di straordinaria efficacia descrittiva, della lunga battaglia per lo sfondamento della linea Gustav, che bloccò per ben sei mesi l’avanzata degli Alleati verso Roma, con rilevanti conseguenze d’ordine politico e strategico per l’intero andamento della guerra in Europa. L’Autore, allora giovane ufficiale americano di complemento e di fresca nomina, venne buttato con il suo plotone di mortai nel mezzo della lotta, nel gennaio del ’44, proprio quando stava iniziando la battaglia per Roma. Gli alti comandi angloamericani volevano, a qualsiasi costo, aprirsi la strada verso la capitale, ma le truppe cozzarono contro la serie di fortificazioni di cui Cassino costituiva il pernio. Si ripeté, allora, in condizioni sostanzialmente analoghe a quelle del 1914-’18, per lunghi mesi, la terrificante guerra di posizione, fatta di assalti all’arma bianca e di bombardamenti a tappeto che tutto distruggevano. Agli Alleati i tedeschi opposero una tenacissima resistenza, sfruttando tutte le risorse dell’impervio terreno, e facendo di ogni caverna e di ogni anfrattuosità un rifugio per uomini e armi. Numerosi attacchi frontali, non adeguatamente preparati, si risolsero in veri e propri disastri, con perdite elevatissime; come quello, in cui fu duramente impegnata la divisione della quale faceva parte l’Autore, e che fu, prima, ritirata nelle retrovie per riorganizzarsi, e, infine, trasferita alla testa di sbarco di Anzio per l’offensiva decisiva alle spalle dello schieramento germanico.
Harold L. Bond vi partecipò non più da combattente di linea, ma in qualità di aiutante di campo del generale Stack, vice comandante della divisione stessa. Una insperata fortuna che permise all’Autore di seguire le vicende belliche sotto un diverso angolo visuale, senza che per questo risulti, ora, «truccata» la resa documentaria della narrazione. Una folla di ricordi, di sensazioni ed emozioni contrastanti, assalì il Bond quando finalmente poté entrare, insieme con gli altri reparti statunitensi, nella Città Eterna. Tuttavia, egli non cade mai nel retorico, nella nota stonata o troppo accentuata; la partecipazione al fatto vissuto, a distanza di tanti anni, è ancora così intensa da avvincere completamente il lettore. Una testimonianza tutta fatti, onesta, lontana dai toni rievocativi di maniera.