La Chiave Regina. Racconti - di Giuseppe Raimondi

• EDITORE: Mondadori
  
• AUTORE: Giuseppe Raimondi
• ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1973
• COLLANA: Scrittori italiani e stranieri

1^ edizione.
Pagine 154 - Copertina rigida con sovraccoperta (con lievi segni d’uso ed uno strappetto di due millimetri al retro al bordo superiore).
Libro in buone condizioni.

Non si tratta di un libro per l’infanzia, anche se il titolo può indurre ad una simile fantasia, da metterlo al tempo di Grimm. Un fondo di favola sta dietro le quinte della mia narrazione. Favole mi nascono anche da argomenti di semplice verità quotidiana. Bisogna dire che la giornata di uno scrittore è un grande pasticcio. Egli tenta di cavarne una specie di ragione, di verosimiglianza. I temi di un libro nascono a caso. Qualche storia si riferisce ad avvenimenti accaduti, col nome di personaggi già apparsi nei miei libri. Difatti questi personaggi ritornano in due racconti: Gli anarchici e Gli invitati nella stanza, mi stavano addosso. In mezzo, se ne sono infilati altri, appena di passaggio. Dei primi, affiorano qui nuovi particolari, suggestive apparizioni. Linee, disegno, un tratto di colore. Divengono così nella qualità di illustrazioni, una sorta di stampe, di figurine da attaccare alla parete di un mio ideale domicilio. Chiunque vive in un luogo chiuso, sempre quello. Nella propria prigione.
Mi sono permesso, in questo libro, una libertà. Quella di introdurre, di intervallare, in momenti calcolati, delle poesie ai racconti. Sono dei motivi che chiedevano di essere scritti in poesia. Era a causa del sentimento, della cadenza della voce. In altre occasioni avevo trovato giusto di metterli nella dimensione del racconto. La poesia, in quanto accensione della parola, ha le sue esigenze. Penso che questo genere di alternanza costituisca abbastanza l’unità del libro. La materia, il materiale è uno solo, così in prosa come in poesia. Le poesie concedono alla lettura una sorta di naturale respiro. Sono finestrelle che si aprono nel muro della prigione. La Danimarca diceva quel tale, è una prigione.
Giuseppe Raimondi.