La pietra e la polvere - di Edgardo Sogno - Mursia
La pietra e la polvere - di Edgardo Sogno - Mursia
Esaurito
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EDITORE: Mursia
- AUTORE: Edgardo Sogno
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1971
- COLLANA: Le occasioni
1^ edizione marzo 1971.
Pagine 228 - copertina rigida con sovraccoperta.
Libro in più che buone condizioni.
A vent’anni di distanza da Guerra senza bandiera, fedele cronaca della sua guerra partigiana, Edgardo Sogno ci dà con questa nuova opera un notevole saggio della sua raggiunta maturità e originalità di scrittore. La pietra e la polvere non è facilmente classificabile nei consueti generi letterari; non è infatti né un romanzo né un saggio, o meglio non è completamente né l’uno né l’altro.
Il tema dell’opera è la formazione intellettuale e morale del protagonista in un microcosmo provinciale rievocato con struggente malinconia sullo sfondo di un Piemonte della prima metà del secolo. Erede delle virtù e dei difetti delle due famiglie, i Murazzo e i Moriana, che rappresentano rispettivamente la pigrizia decadente della vecchia nobiltà di provincia e l’aggressiva intraprendenza dell’alta borghesia, Emanuele Murazzo diviene ben presto consapevole che la sua è «una stoffa bastarda intessuta di fili ribelli» e avverte la contraddittorietà delle componenti del suo sangue: i Bigotti e i Banchieri. Nella sua ambizione di «essere pietra e non polvere nella costruzione dell’uomo», egli perverrà ad una propria autonomia morale e politica che lo porrà in conflitto con la sua classe sociale, lo spingerà prima alla violenza della guerra partigiana e poi, nel dopoguerra, all’azione politica, lo renderà insofferente dei limiti dottrinali ed etici del liberalismo, spazientito del populismo e sfiduciato nel proletariato, acerrimo nemico di ideologi e teologi, relegati nell’unico fascio degli assertori del gratuito. Incapace di staccarsi dalla formazione morale
che ha ricevuto, per un attaccamento simile a quello che lo lega alla vecchia dimora di famiglia, che egli sogna invano di poter restaurare, il protagonista non riuscirà a mettersi al passo con il mondo che lo circonda e il secolo egualitario, e al termine di una lunga serie di scontri approda alla quiete, ad una rassegnata consapevolezza del deludente destino dell’uomo senza perdere però ogni speranza nel futuro dell’umanità.
«Se i vasi di cristallo sono veramente infranti non ce ne sarà ricordo e neanche dolore e rimpianto né riesumazione possibile, nella stessa forma, mai più. Se non sono distrutti non c’è bisogno di forza. Più tardi qualcuno li riscoprirà e disseppellirà intatti per rimetterli sull’altare. Tutto questo fatalmente in periodi piú lunghi della vita d’un uomo».
Edgardo Sogno è nato a Torino e in Piemonte ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza. All’Università di Torino si è laureato in giurisprudenza, in scienze politiche e in lettere. Dal ’43 al ’45 fu uno dei protagonisti della resistenza armata nell’Italia settentrionale e nel ’46 fu membro della Consulta Nazionale. A Milano fondò e diresse il «Corriere Lombardo» e con Angelo Magliano la rivista
«Costume». Nel ’54 organizzò e diresse una campagna nazionale di denuncia dei crimini dello stalinismo. Diplomatico di carriera fu in servizio a Buenos Aires, Parigi, Londra, Filadelfia, Washington e Rangoon.
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