La resa dei conti. Aprile-maggio 1945: foibe, piazzale Loreto e giustizia partigiana
La resa dei conti. Aprile-maggio 1945: foibe, piazzale Loreto e giustizia partigiana
Esaurito
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EDITORE: Il Giornale
- AUTORE: Gianni Oliva
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: no data - anno 2008 circa
- COLLANA: Biblioteca Storica
Pagine 215 - copertina rigida con sovraccoperta.
Libro in più che buone condizioni.
La fine della guerra non ha determinato la conclusione immediata delle violenze e delle uccisioni; i due mesi successivi al 25 aprile 1945 sono infatti segnati da una lunga scia di sangue lasciata da un numero di vittime che, secondo i calcoli scientificamente più attendibili, assommano ad almeno 14 mila unità, stima che molto si avvicina a quella relativa ai decessi dovuti alle stragi di civili perpetrate dai nazisti durante l’occupazione del nostro paese.
A cinquant’anni di distanza Gianni Oliva torna a riflettere su quei fatti con il distacco di chi da essi è anagraficamente lontano, con il rigore scientifico che gli deriva dalla conoscenza profonda delle vicende legate alla guerra e alla Resistenza e la ferma convinzione che anche, anzi solo, non tacendo realtà scomode e difficili da ammettere sia possibile inserire veramente la Resistenza tra i valori condivisi da tutti gli italiani.
Regola base del metodo storico è la contestualizzazione degli eventi, e a questo Oliva si dedica fin da principio, evidenziando come una parte dei sanguinosi fatti di quei mesi vada interpretata dentro la logica del fascismo e della guerra civile o, come nel caso delle foibe cui è dedicata l’ultima delle tre parti del libro, dentro le tensioni internazionali per la definizione del confine orientale. Per costruire la nuova Italia democratica bisogna comunque prima fare i conti e sbarazzarsi del passato; per farlo occorre uccidere Mussolini, e a piazzale Loreto è dedicata appunto la prima parte del libro, ed eliminare quanti più fascisti e collaborazionisti possibile prima che intervenga l’opera normalizzatrice degli Alleati. Sulle esecuzioni sommarie dei giorni immediatamente successivi alla Liberazione si incentra quindi la seconda parte, la più originale del lavoro, che, a differenza delle altre due, il cui merito principale va individuato nella capacità di fornire un’aggiornata e intelligente riproposizione critica di vicende già molto approfonditamente studiate, si basa su fonti primarie e inedite custodite negli archivi inglesi. Da questa documentazione è possibile anche trarre dati numerici piuttosto precisi, secondo questa fonte i morti complessivi sono circa 10 mila, che dovrebbero smentire definitivamente i conteggi sovradimensionati, e finora mai sottoposti a critica, prodotti dalla storiografia di destra.
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