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Longitudine. La vera storia della scoperta avventurosa che ha cambiato l’arte della navigazione

Longitudine. La vera storia della scoperta avventurosa che ha cambiato l’arte della navigazione

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Dettagli prodotto :
  • ISBN: 9788817844758
  • EDITORE: Rizzoli
  • AUTORE: Dava Sobel
  • ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1997

Pag. 153 - Copertina rigida con sovraccoperta e fascetta originale.
Libro in ottime condizioni.

Nel 1714 il Parlamento inglese offri una ricompensa di ventimila sterline (l’equivalente di venti miliardi in lire di oggi) a chi scoprisse un metodo semplice ed efficace per determinare la longitudine di una nave in mezzo all’oceano (cioè la distanza, lungo un parallelo, da un meridiano di riferimento). Come dimostra l’entità della cifra, quello della longitudine non era un problema da poco: agli occhi degli uomini del Settecento, il mondo aveva un aspetto molto lontano da quello che gli atlanti, i mappamondi e le fotografie scattate dai satelliti ci hanno reso familiare, e non si contavano i marinai che avevano perso la vita perché le loro navi si erano schiantate sugli scogli di una costa che secondo i calcoli (sbagliati) dei loro piloti non avrebbe dovuto essere lì. Invano, per molti decenni, i più brillanti intelletti europei, da Galileo a Newton, avevano cercato una soluzione. Stimolati dalla posta in palio, altri intelletti, non così brillanti, avanzarono le loro proposte: le più scientifiche prevedevano macchinosi calcoli astronomici fondati sulla distanza della luna, le più balzane una rete di navi ancorate a distanze fisse come punti di riferimento in mezzo all’oceano, o addirittura la presenza su ogni nave di un cane ferito, torturato a ore fisse per mezzo di una polvere, non meglio identificata, capace di agire a distanza.
Fu un orologiaio autodidatta, l’inglese John Harrison, a trovare la soluzione: bastava che ogni nave fosse equipaggiata con un cronometro in grado di segnare sempre l’ora esatta, quella di Londra, ad esempio, e un semplice confronto con l’ora locale avrebbe istantaneamente fornito il fuso orario, e dunque la longitudine, della nave. Ma, trovata la soluzione, si presentava un altro problema: perché non solo lo spazio, ma anche il tempo del Settecento era diverso dal nostro, e un cronometro così preciso non esisteva nemmeno sulla terraferma.
Questo libro è la storia, straordinariamente avvincente, dei quarant’anni di sforzi che furono necessari a Harrison non solo per costruire e perfezionare quel cronometro, ma per persuadere la comunità scientifica, dominata dai fautori della soluzione astronomica, dell’efficacia del suo metodo. E come ci accorgeremo ben presto, gli ingredienti di questa storia - la tenacia, l’ardimento, l’avidità, gli sporchi trucchi, i colpi bassi, e i riconoscimenti meritati e tardivi - sono gli stessi che ci aspetteremmo in un grande romanzo di mare e di avventura ambientato in quel secolo straordinario.

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