Manzoni ieri e oggi - Rizzoli

• EDITORE: Rizzoli
  
• AUTORE: Maria Luisa Astaldi
• ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1971
• COLLANA: Documenti letterari

1^ edizione 1971.
Pag. 540 - Copertina rigida in tela editoriale con titoli al dorso, con sovraccoperta con lievi segni d’uso.
Libro in buone condizioni.

( Dal risvolto di copertina ):
Questo libro racconta la vita del Manzoni e cerca di valutarne l’opera nelle sue vere dimensioni, senza gli impacci tradizionali e celebrativi; di proporla come riflesso dell’ideologia conservatrice cattolica della borghesia ottocentesca, trasfigurata da un’alta sensibilità di poeta.
Sul Manzoni si è scritto moltissimo: soprattutto interpretazioni di questo o quell’aspetto della sua produzione letteraria, su questo o quell’episodio della sua vita. Ma biografie complete, che meritino questo nome, risalgono a molti anni addietro, e le ultime credo siano quelle di Tonelli del 1935 e di Radius del 1959; la prima è un ampio, diligentissimo lavoro di carattere scolastico; l’altra, più colloquiale, è costruita piuttosto come una raccolta di episodi gustosi. Risale pure al 1959 il garbato volumetto di Titta Rosa Il nostro Manzoni. Il lavoro di Gallarati Scotti fu interrotto dalla morte di lui, e ce ne resta solo la prima parte: La giovinezza di Alessandro Manzoni. Affrontare il compito di stendere una biografia completa del Manzoni, il romanzo della vita di lui, sulla base di documenti liberamente elaborati (cronache, carteggi, opere, testimonianze, diari di contemporanei), illuminare il lettore medio su grovigliosi problemi come quelli del giansenismo, della lingua o della difesa degli umili contro i potenti, mi ha richiesto molto coraggio, e più ancora condurre a termine il lavoro attenendomi a un’assoluta libertà di ricerca e di movimento, scrollandomi di dosso il peso dei giudizi lapidari e delle putibonde reticenze che hanno trattenuto per più di un secolo la mano del biografo. (Basterà accennare al fatto che solo nel 1964 Lanfranco Caretti, nella prefazione a una scelta delle opere manzoniane, osò far risalire a Giovanni Verri la paternità del Manzoni, vincendo l’indignazione di quelli che avrebbero voluto si perpetuasse l’equivoco per «non gettare un’ombra su quel grande».)