Maria Luigia Duchessa di Parma - Fabbri Editori
Maria Luigia Duchessa di Parma - Fabbri Editori
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Dettagli prodotto :
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EDITORE: Fabbri Editori
- AUTORE: Angelo Solmi
- ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2001
- COLLANA: Le grandi biografie
Pagine 410 - copertina rigida (piccola ammaccatura al piatto al bordo inferiore).
Libro in buone condizioni.
Figlia del sacro romano imperatore Francesco II nel 1810 fu data in sposa a Napoleone Bonaparte per suggellare la pace di Vienna tra la Francia e l’Austria, in seguito alla sconfitta subita da quest’ultima nella battaglia di Wagram (1809). Giunta malvolentieri alla corte imperiale delle Tuileries, Maria Luisa iniziò presto ad apprezzare la sua nuova posizione, sebbene i francesi non l’amassero. Lei stessa non riusciva a trovarsi a suo agio nel paese che, meno di vent’anni prima, aveva decapitato un’altra arciduchessa austriaca, la sua prozia Maria Antonietta.
Quando Napoleone venne sconfitto dalla sesta coalizione, Maria Luisa decise di non seguirlo nel suo esilio all’Isola d’Elba: tornò infatti insieme al figlio alla corte di Vienna. Anche dopo i cento giorni e la decisiva sconfitta di Napoleone a Waterloo, l’imperatrice decise di rimanere fedele alla famiglia degli Asburgo. Il congresso di Vienna la ricompensò dandole in vitalizio il Ducato di Parma e Piacenza. Aspramente criticata dai francesi per aver abbandonato Napoleone nel momento della sventura, Maria Luigia fu tuttavia amata dai parmigiani, che le attribuirono l’appellativo di buona duchessa.
Su una donna tanto discussa come Maria Luigia, gli storici si sono esercitati per un secolo e mezzo: finché fu viva, ossia fino al 1847, con cauta discrezione ad eccezione di qualche libello uscito prevalentemente in Francia; poi senza peli sulla lingua, nel bene e nel male. Quanto ai contemporanei che la conobbero o le vissero accanto, il giudizio più importante è evidentemente quello di Napoleone, che riferiremo nel corso della narrazione, e che però - possiamo anticiparlo fu sempre, fino all’ultimo, a lei favorevole. Purtroppo per Maria Luigia, tuttavia, il parere del principale interessato, Napoleone, è rimasto quasi unico. Pochissimi furono, quando ella era in vita, coloro che coraggiosamente la difesero sempre (in particolare il suo segretario privato barone Méneval, pur devotissimo a Napoleone) e molti invece coloro che esercitarono nei suoi confronti un’opera di velata o aperta denigrazione: primi fra tutti alcuni che si proclamavano apertamente suoi amici, cercando astutamente di sfruttarne l’ingenuità, le debolezze e lo scarso senso politico.
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