Quota Albania - di Mario Rigoni Stern - Einaudi

Dettagli prodotto :

• EDITORE: Einaudi
  
• AUTORE: Mario Rigoni Stern
• ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1971
• COLLANA: I Coralli - n. 274

Pagine 151 - copertina rigida con sovraccoperta (un po’ rovinata al piatto agli angoli a destra in alto ed in basso; tracce di polvere sia al piatto che al retro).
Libro in buone condizioni.

Un anno di guerra: la primavera degli anni 1940 e 1941, due campagne militari, quella di Francia e quella di Grecia, ricostruite attraverso due taccuini fortunosamente scampati alle vicende belliche.
Mario Rigoni Stern torna dunque al romanzo raccontandoci quello che gli accadde prima del Sergente nella neve, l’indimenticabile testimonianza sulla ritirata di Russia.
Anche in queste pagine, Rigoni lascia parlare i fatti, tessendoli in una cronaca minuta, in cui la tragedia collettiva della guerra viene svelata da piccoli particolari, apparentemente insignificanti, che lo scrittore scruta sapientemente con occhio partecipe. Caporal maggiore e poi sergente, l’alpino Rigoni ha diciannove anni, è un portaordini. I compagni lo hanno soprannominato «Piè Veloce»: e lui corre tra i canaloni della Valle d’Aosta, nella Savoia, o in Grecia, sopra i monti Korça, a stabilire contatti tra i diversi reggimenti accampati, a portare ordini e contrordini.
È l’unico modo per sentirsi libero, tra la neve e le montagne, i colpi di fucile e di mortaio: impara piste nuove, scopre scorciatoie, angoli in cui la guerra non arriva, in cui esistono ancora le lepri. Il lungo anno si perde tra la neve, il fango, le morti silenziose, le rare lettere azzurre che una ragazza gli scrive dal Veneto. E mentre da Roma «El Crapun» grida che «spezzeremo le reni alla Grecia», Rigoni continua a correre e ad annotare. Gli fa da coro una piccola folla di compagni e di superiori, intrappolati in quello stesso viaggio assurdo: Saiani, l’alpino che ruba il fieno alla Sussistenza perché la sua mula sia sempre la migliore; Santini, che nelle notti di bufera, sotto la tenda, declama le canzoni dell’Orlando Furioso; il sergente maggiore Fontanella, livido e astioso; il colonnello comandante del reggimento, che parla solo piemontese, e colpisce irosamente i soldati con il suo bastone da passeggio.