Vojussa, mia cara. Diario di guerra - di Gianni Granzotto

Dettagli prodotto :

• EDITORE: Mondadori
  
• AUTORE: Gianni Granzotto
• ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1985

1^ edizione maggio 1985.
Pag. 136 - copertina rigida con sovraccoperta.
Libro in ottime condizioni.

Come il tenente Emilio Lussu nella prima guerra mondiale e il sergente Mario Rigoni Stern nella seconda, da questo vero e proprio manoscritto nella bottiglia affiora l’immagine felicemente poco marziale del tenentino Gianni Granzotto, spedito più che altro con il suo bagaglio letterario a dar del filo da torcere ai nemici di Mussolini sul fronte greco-albanese. Non è precisamente da una bottiglia che esce questo commentario bellico, ma da una dimenticata cassetta militare sperduta tra le cianfrusaglie della casa paterna. Quel fato che protesse in battaglia i suoi amati eroi omerici non dimenticò nemmeno Granzotto arenato tra gragnuole di cannonate non lontano dal nastro lucente della Vojussa. Il futuro storico e fortunato biografo di Carlo Magno, Annibale e Cristoforo Colombo, pur così schiacciato sull’attualità per ordini superiori, mostra limpidamente fin da questi giovanili taccuini di saper prendere le dovute distanze anche dai fatti più crudi, di saper porre quel tratto di giusta distanza tra se stesso e l’evento che gli è necessario per raccontarlo, non come un frammento di realtà bruta, ma come un episodio della smisurata storia degli uomini. Non che manchino i momenti atroci, come quel cuore che una granata spianta dal suo corpo e che alcuni soldati vedono o credono di veder palpitare ancora (anzi respirare, come dicono con linguaggio bruciante). Ma il libro, terso resoconto di una ragionata paura, alla quale sono dedicate pagine indimenticabili, si impone nella memorialistica di guerra, così indulgente verso i più drammatici coups-de-théâtre, come un oggetto assolutamente nuovo e incomparabile, nel quale un narratore già benissimo temperato fa le sue prime prove senza sospettare che mezzo secolo dopo troveranno dei lettori. E’ in questa non intenzionalità, in questa spontanea scioltezza, che si fa ammirare la canoviana armonia di queste pagine che sommessamente parlano tanto e che si concludono, in questo rovesciando l’avventura di Ulisse, con un ritorno del disincantato eroe non a Itaca ma sui luoghi della sua remota odissea.
Libro di guerra, ma soprattutto, come quelli veramente tali, che sono penetrati nella carne dei fatti più sconvolgenti, libro di convinta e naturale pace, da collocare accanto agli altri di vario segno che abbiamo nominato, dai Lussu, appunto, ai Rigoni Stern, passando magari attraverso i comissiani giorni di guerra.